MANTOVA – I metalmeccanici sono scesi in sciopero a livello nazionale, con una significativa partecipazione anche nelle principali aziende mantovane, per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) scaduti. La mobilitazione di venerdì 20 giugno ha visto un’ulteriore giornata di sciopero di otto ore, accompagnata da manifestazioni regionali, inclusa quella di Bergamo per la Lombardia.
Le percentuali di adesione allo sciopero nelle maggiori realtà produttive della provincia di Mantova testimoniano la forte volontà dei lavoratori: Marcegaglia: 70% di adesione su 1100 dipendenti; Zanotti: 75% di adesione su 350 dipendenti; Bondioli & Pavesi: 95% di adesione su 600 dipendenti; Cem: 85% di adesione su 570 dipendenti
La protesta è stata indetta da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil a causa dello stallo nelle trattative per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici. Il contratto è scaduto da oltre un anno, e ad oggi, nonostante le 32 ore di sciopero già effettuate in precedenza, non sono stati fissati ulteriori incontri con la delegazione trattante. In totale, i metalmeccanici hanno accumulato 40 ore di sciopero per il contratto Federmeccanica (scaduto il 30 giugno 2024) e 24 ore per quello Unionmeccanica (scaduto a fine 2024).
Marco Massari, segretario generale della Fiom Cgil di Mantova, ha ribadito l’importanza cruciale del rinnovo contrattuale. “Come Fiom Cgil Mantova, auspichiamo che le associazioni datoriali comprendano l’importanza del rinnovo del contratto nazionale, che rappresenta uno strumento fondamentale per il giusto riconoscimento del salario e dei diritti, così come richiesti nella piattaforma sindacale approvata a larghissima maggioranza dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore”, ha spiegato Massari.
Ha inoltre sottolineato come la chiusura delle controparti stia danneggiando non solo i lavoratori, ma anche le imprese stesse, soprattutto in un contesto internazionale instabile. Per rilanciare il mercato interno, secondo Massari, è indispensabile aumentare il potere d’acquisto dei salari.
Infine, la Fiom Cgil rivolge un appello alle istituzioni e al mondo politico affinché sostengano questa vertenza, che coinvolge circa due milioni di lavoratori in Italia, di cui una parte significativa in Lombardia, e rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia regionale e nazionale.
La Fim Cisl Asse del Po: “Riprendere le trattative per il rinnovo del contratto”
“Invece di investire sul futuro, le imprese scelgono di risparmiare sui salari. Chiediamo l’immediata ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto. È fondamentale garantire condizioni economiche e di lavoro giuste e dignitose.”
Questo il messaggio forte e chiaro lanciato oggi a Bergamo da una delegazione della Fim Cisl Asse del Po, presente alla manifestazione regionale in occasione dello sciopero nazionale del settore metalmeccanico.
Monica Tonghini, Segretaria generale Fim Cisl Asse del Po, ha espresso la posizione del sindacato con determinazione:
“Il settore metalmeccanico, vera spina dorsale dell’economia europea, che solo in Lombardia conta 44 mila imprese e oltre 500 mila addetti, si trova oggi ad affrontare sfide significative come delocalizzazioni, chiusure di stabilimenti e una preoccupante perdita di competitività.”
“Nonostante ciò, invece di investire nel futuro, nell’innovazione, nella formazione e nel rafforzamento delle filiere produttive, troppe aziende continuano a percorrere la strada più semplice: quella del risparmio sui salari, della compressione dei diritti e della precarizzazione dei rapporti di lavoro.”
“Rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) è essenziale non solo per dare stabilità e rilancio all’intero settore industriale del Paese, ma anche per migliorare concretamente le condizioni di lavoro, i diritti e il salario delle lavoratrici e dei lavoratori, tutelando il potere d’acquisto delle loro retribuzioni.”
“Questa consapevolezza deve essere il faro che guida la ripresa del confronto. Il settore non può permettersi di perdere valore, competitività e attrattività; al contrario, può e deve rilanciarsi garantendo condizioni economiche e di lavoro che siano giuste e dignitose.”
“Per questo oggi, qui a Bergamo, in questa bella e calda piazza, lanciamo un messaggio inequivocabile: vogliamo la ripresa immediata delle trattative. Vogliamo risposte concrete. Vogliamo che Federmeccanica riconosca appieno il valore del nostro lavoro, del capitale umano che rende grandi le imprese, e che si assuma fino in fondo le proprie responsabilità.”