MANTOVA – Scuola e trasporti, si va verso il doppio turno d’ingresso nelle scuole superiori della provincia di Mantova. “Una modalità – spiega Enzo Garaboldi, segretario Filt Cgil Mantova – che, come abbiamo espresso in un documento unitario firmato da noi e da Flc, volevamo scongiurare, ma con la capienza dei mezzi all’80% e il rientro in presenza al 100% Apam non ha i mezzi e il personale per garantire un turno unico d’ingresso per le scuole superiori. Siamo in emergenza, vero, ma la pandemia c’è ormai da due anni e ancora la situazione rimane, praticamente, immutata, sul fronte mezzi e personale”.
Secondo la Filt Cgil per garantire un turno unico d’ingresso in queste condizioni, caratterizzate dalle limitazioni di capienza, servirebbero circa 20 bus in più e altrettanti autisti. “Al momento – prosegue Garaboldi – Apam non è in grado di rispondere a questa richiesta, ma dovrebbe battere i pugni con maggior forza sul tavolo per farsi sentire dall’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale (Tpl), la quale dovrebbe stanziare maggiori risorse economiche in grado di permettere l’acquisto di nuovi mezzi e l’inserimento di nuovo personale”.
Se l’aspetto delle risorse e dei mezzi è preminente, secondo la Filt Cgil Mantova sarebbe da valutare con estrema urgenza una revisione del piano di mobilità provinciale, che la Cgil chiede da tempo: “Tpl – aggiunge il segretario Filt – secondo noi in questo periodo avrebbe dovuto interpellare le diverse amministrazioni comunali del territorio e la Provincia per rivedere il piano di mobilità. A nostro avviso il sistema di trasporto pubblico urbano ed extraurbano necessiterebbe di maggiori intersezioni in modo che risulti più semplice scambiare le linee. Faccio un esempio: perché non utilizzare, aumentandone la frequenza e anche il numero di mezzi, le navette di piazzale Montelungo ampliando il raggio d’azione ai quartieri limitrofi di Te Brunetti e Valletta Valsecchi? In questo modo non solo i turisti, ma anche i residenti, potrebbero beneficiare di un’opzione in più, oltre alle linee già presenti, per spostarsi in città”.
Inoltre, nell’ottica di una futura Grande Mantova, sarebbe fondamentale ‘allungare’ le corse urbane fino a 15 – 20 chilometri dal capoluogo, in modo da aumentare, anche in questo caso, le possibilità di interscambio fra le linee: “A Parma – aggiunge Garaboldi – questo succede già e le linee urbane arrivano, ad esempio, fino a Colorno”. Ma secondo la Cgil la revisione del piano dovrebbe essere di prospettiva e avere più di un occhio di riguardo per la sostenibilità e l’ambiente: “Bisogna puntare – spiega ancora il segretario Filt – sulla intermodalità e aumentare le corse dei bus che si intersecano con le stazioni ferroviarie facendo in modo da aumentare l’utilizzo del trasporto su rotaia. Al momento questi interscambi nella provincia di Mantova sono molto scarsi. Si pensi che, ad esempio, in comuni come Suzzara e Marcaria non ci sono pullman che passano vicino alla stazione ferroviaria”.
L’aspetto del rinnovo del parco mezzi, è altrettanto importante per la Filt e si dovrebbe puntare sempre più su bus a metano per le tratte extraurbane, mentre per quelle urbane sarebbe fondamentale arrivare ad avere una flotta di bus elettrici. “Ribadisco – dice ancora Garaboldi – che spetta a Tpl intervenire su questi punti riunendo attorno a un tavolo le amministrazioni comunali della provincia e anche l’Amministrazione Provinciale con il preciso obiettivo di fare un’analisi delle nuove necessità del trasporto pubblico e, da quelle, rivedere completamente il Piano di Mobilità. In tal senso anche le Parti Sociali sono pronte a dare il loro contributo con idee e suggerimenti, che non ci mancano e non ci sono mai mancate”.