MANTOVA – Le Ats del Garda (Bs) e di Lodi vengono in soccorso a Mantova facendo arrivare rispettivamente all’Asst locale un vassoio da 1170 dosi di vaccino Pfizer-BioNtech. Con queste 2340 dosi, che si aggiungono ad altrettante che dovrebbero arrivare domani all’ospedale Carlo Poma, già destinate all’Asst di Mantova, verranno effettuati tutti i richiami degli operatori sanitari e degli ospiti delle Rsa mantovani che ancora attendono la seconda somministrazione.
I due vassoi in arrivo domani erano quelli attesi oggi ma pare vi sia stato un ritardo dovuto al maltempo nell’Europa centrale.
Le dosi invece in arrivo da Ats Garda e Ats Lodi sono attese per giovedì.
Con un certo ritardo rispetto alla tabella di marcia prefissata si completa dunque la primissima fase della campagna vaccinale nel mantovano dove ci si è già attrezzati anche per quelle immediatamente successive.
Sono arrivate a Mantova anche le prime dosi del vaccino di AstraZeneca:si attende ora di avere tutte le indicazioni in merito per partire con la somministrazione, in questo caso si comincia con gli under 55 tra insegnanti, forze armate, forze dell’ordine, i lavoratori nei servizi essenziali, il personale e la popolazione nelle carceri, e quello dei luoghi di comunità. Oggi alcune agenzie italiane hanno rilanciato la notizia che in molte parti del Paese insegnanti e forze dell’ordine avrebbero detto di no AstraZeneca, considerato un vaccino meno efficace degli altri. A Mantova pare che, almeno tra le forze dell’ordine, questo non sia accaduto. L’adesione tra l’altro è molto alta.
Il problema principale rimane in ogni caso la scarsità vaccini che si somma alla mancanza dei medici vaccinatori, attesi con il bando di Arcuri attraverso le agenzie interinali.
Per l’intera Asst mantovana al momento ce ne sono solo 2. Ma la cosa paradossale è che numerosi medici mantovani hanno fatto domanda sull’apposito portale. Tra loro diversi pensionati che però esercitano ancora la libera professione. Secondo il racconto di quest’ultimi, alcuni di loro non sono proprio stati ricontattati dalle agenzie interinali che dovrebbero occuparsi del reclutamento, altri hanno ricevuto la telefonata. Peccato che sia stato detto loro che, se vogliono diventare medici vaccinatori retribuiti, devono chiudere la loro partita Iva e rinunciare così alla loro attività. Il risultato è che nessuno ovviamente dei medici lo ha fatto.
Da Asst come da Ats si continua a ribadire la necessità che il reclutamento venga gestito a livello locale perchè in quel caso si supererebbero tutte le attuali difficoltà. Al momento però su questo fronte tutto tace. Del resto i 250 medici volontari pronti a entrare in azione come vaccinatori arruolati tanto dall’Ordine professionale provinciale che da Asst dimostrano come effettivamente l’organizzazione a livello locale funzioni molto meglio di quanto accade con gli arruolamenti centralizzati.