MANTOVA – La richiesta d’aiuto è arrivata da una donna raccontava come una sua amica, una giovane ragazza di origini tunisine, le avesse chiesto aiuto in quanto tenuta segregata dai familiari all’interno della loro abitazione. Ieri mattina, dunque gli agenti della Squadra volante, su disposizione della Centrale Operativa della Questura, intervenivano d’urgenza in un quartiere del Capoluogo.
Giunti sul posto i poliziotti venivano accolti con sorpresa dai familiari della giovane; costoro, infatti, asserivano di non riuscire a spiegarsi per quale motivo stessero effettuando l’intervento. Gli Agenti, pertanto, decidevano di avvicinare e parlare separatamente con la presunta vittima, che al momento del loro arrivo si era appartata da sola sul balcone di casa. Apparsa sin da subito impaurita, la ragazza riferiva di volersi allontanare immediatamente dai genitori e dai fratelli, dicendosi terrorizzata dal fatto che i suoi familiari volevano riportarla contro la sua volontà nel Paese di origine.
A quel punto, con il pretesto di un controllo, i poliziotti decidevano di accompagnare la 20enne negli Uffici della Questura in Piazza Sordello, nonostante i tentavi dei familiari di evitare la cosa. Giunta in Questura la ragazza, dopo essersi tranquillizzata, e senza l’influenza dei congiunti, riferiva di avere da tempo un rapporto conflittuale con il padre e, quindi, di volersi allontanare dall’abitazione nella quale convive stabilmente con i genitori ed i fratelli. Per contro il padre della 20enne – già denunciato in passato, unitamente alla moglie, per maltrattamenti in famiglia da un’altra figlia minorenne, che in quella occasione era stata collocata in una struttura protetta – confermava ai poliziotti il rapporto conflittuale con la figlia, ma asseriva di non aver mai posto limiti alla libertà personale quest’ultima, pur riferendo agli agenti della sua intenzione di acquistare i biglietti aerei per recarsi nel Paese di origine con tutta la famiglia, figlia compresa.
Al termine della ricostruzione dei fatti, ora al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile, la giovane donna – alla quale venivano restituiti Passaporto e Permesso di Soggiorno, trattenuti dai genitori – veniva collocata in casa di alcune amiche in attesa di ulteriori accertamenti ed indagini in merito alle circostanze che hanno attinenza alla vicenda denunciata.
La vicenda veniva denunciata alla Procura della Repubblica; il Questore Paolo Sartori, inoltre, ha disposto che la Divisione Anticrimine dia inizio al procedimento amministrativo finalizzato alla emissione di una Misura di Sicurezza Personale nei confronti dei genitori della giovane, anche alla luce dello specifico precedente per maltrattamenti in famiglia sopra menzionato, tipico reato da “Codice Rosso”.