MANTOVA – Siccità. Situazione critica per ilLago di Garda, dove si prospetta una stagione ancora più difficile di quella dello scorso anno. Nel 2022, infatti, si partiva da un livello del Garda di 100 centimetri, oggi siamo a 45 centimetri. A meno di piogge nelle prossime settimane, si partirà quindi da un livello decisamente inferiore. Certo c’è più neve in montagna, ma se si scioglie adesso, visto il rialzo delle temperature, riempie il Garda in anticipo e mancherà più avanti. Insomma, la necessità è solo una: deve piovere. A rischio ci sono le coltivazioni di riso e frumento, e se si è bravi si porterà a fine giugno quella del mais ma poi?
CONSORZIO DI BONIFICA GARDA CHIESE
“Aipo ha preso la decisone di ridurre la portata della diga di Salione – dice Aldo Bignotti, presidente del Consorzio di Bonifico Garda Chiese – ma con una portata di 9 metri cubi, la centrale di Ponti sul Mincio ha dovuto chiudere, è stata una decisione molto sofferta, ma quei metri cubi che risparmiamo servono per il Mincio, per la concessione ittica e per mantenere l’ecosistema, la biodiversità, la flora, la fauna.
Una chiusura che andrà avanti ad oltranza, intanto che si spera nella pioggia. “Ad aprile dello scorso anno il Garda era a livello 100, oggi siamo a 45, certo ci sono circa 40 cm di differenza – prosegue Bignotti – ma siamo a febbraio, c’è ancora qualche speranza che piova, certo se continua così la situazione sarà decisamente peggiore dello scorso anno”.
E confidare nella neve? “Le precipitazioni sono state poche anche in montagna, se pensiamo che lo scorso anno invece che essere la montagna che ha dato l’acqua alla pianura, in alcune zone di montagna hanno dovuto portare l’acqua con le autobotti, capiamo come stia davvero cambiando tutto”.
Soluzione più veloce? Quella di realizzare bacini o laghetti artificiali per accumulare tutto quello che scende dal cielo o dai monti.
CONSORZIO DI BONIFICA TERRITORI DEL MINCIO
“Prosegue l’emergenza idrica iniziata nel 2022 – commenta Filiberto Speziali, presidente del Consorzio Territori del Mincio – il mondo agricolo è in apprensione i 40 cm in meno rispetto alla media stagionale spaventano. Dobbiamo ragionare sul lungo periodo, perchè non è più emergenza, ma sta diventando la normalità, per questo si stanno studiando tutte le situazioni possibili per tenere il Garda a livelli accettabili”. Al vaglio ci sono diverse ipotesi, quello che è certo è che ci vuole l’impegno di tutti. “Noi agricoltori stiamo già cercando di risparmiare acqua con l’utilizzo di nuove tecnologie che ci vengono in aiuto, ma è importante la collaborazione di tutti, siano cittadini, aziende, agricoltura, tutto quello che è risparmio torna utile, dobbiamo renderci conto che l’acqua non è un bene infinito, ma va dosato e misurato”.
“L’Aipo ha chiuso i rubinetti della diga di Salionze, vale a dire che il deflusso dell’acqua è passata da 14 a 9 metri cubi al secondo. Con il risparmio di cinque metri cubi al secondo, si cerca di preservare il più possibile i livelli del lago, per dare un’idea in un mese e mezzo si risparmiano 5 cm di lago, che in luglio, quando farà caldo, svaniranno in due giorni, per cui bene il provvedimento – commenta Massimo Galli, direttore Consorzio di Bonifica Territori del Mincio – ma non è la soluzione, non piove dal 9 gennaio, la neve c’è, ma non tantissima, se si va avanti così lo scenario è molto preoccupante, peggio dello scorso anno”.
CONSORZIO DI BONIFICA TERRE DEI GONZAGA IN DESTRA PO
A non risentire del Lago di Garda è il territorio del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po “Noi prendiamo l’acqua dal Po – commenta Simone Minelli, presidente del Consorzio – ma il 40% di precipitazioni in meno rispetto allo scorso anno ci preoccupa molto, a differenza dello scorso anno poi, abbiamo la falda molto bassa, per cui, ogni poca goccia di acqua che arriva nel Po viene assorbita dalla falda e per questo il livello non si alza”.
Dalle ultime riunioni con Regione Lombardia è emerso infatti proprio la difficoltà dei bacini e il gap negativo rispetto allo scorso anno. Il grano tenero sarà il primo a soffrirne, a ruota riso e mais. “la soluzione più immediata è quella proposta da Coldiretti – conclude Minelli – la creazione di bacini, non dighe, per cui ci vorrebbe presto, ma laghetti artificiali in grado di raccogliere le acque”.