ALTO MANTOVANO – “Come Consorzio Mincio abbiamo messo a punto e già attuato un piano per risparmiare acqua, tanto che abbiamo ridotto il deflusso alla diga di Salionze del 10% rispetto al 2022, che a sua volta aveva ridotto del 35% i volumi di acqua in uscita rispetto all’annata precedente. Questo significa che almeno per i prossimi 15 giorni, forse anche un mese, a seconda del fabbisogno, ridurremo del 45% l’utilizzo delle nostre concessioni”, così Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio di secondo grado Mincio parlando del piano “salva-acqua”, studiato insieme agli ingegneri del consorzio e condiviso con il mondo agricolo.
Una scelta dettata dalla preoccupazione per una stagione che Lorenzi definisce “più complicata dello scorso anno” tanto che già da oltre due mesi sono stati raggiunti accordi per ridurre il deflusso minimo vitale di acqua, così da cercare di preservare una riserva utile da utilizzare per le irrigazioni nel corso dell’estate. “Ad oggi non possiamo prevedere con certezza fino a quando avremo disponibilità idrica – prosegue Lorenzi -. Non vogliamo creare allarmismi, ma invitare alla prudenza e alla parsimonia tutti gli operatori”.
Per la prima volta i due consorzi legati al Consorzio di secondo grado Mincio – i Territori del Mincio e il Garda Chiese – gestiranno in maniera indipendente il flusso di acqua in uscita dalla diga di Salionze. “Operativamente faremo molte più manovre sullo sbarramento di Salionze e i consorzi si muoveranno indipendenti gli uni dagli altri, sapendo in anticipo quanta acqua potranno usare fino al 15 o al 30 di aprile”. Si naviga comunque a vista, in base ai livelli idrometrici e incrociando le dita, sperando che piova e che, così, la quota del Lago di Garda, costantemente monitorata, possa risalire o, quantomeno, fermare la discesa. “Siamo gli unici in Italia ad aver approntato un piano di governo idrico sulla base dei numeri e delle previsioni di utilizzo, tanto che siamo stati citati come caso scuola da alcuni operatori”, conclude Lorenzi.