Soffiati (Cgil): “Bene la chiusura attività non essenziali. Ma è arrivata 15 giorni in ritardo”

MANTOVA – Il segretario generale della Cgil di Mantova Daniele Soffiati commenta il decreto annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un provvedimento che di fatto chiude tutte le attività non essenziali o strategiche.

“Dopo 15 giorni di ripetute richieste di tutti i sindacati confederali, dopo la richiesta di tutti i sindaci dei capoluoghi di provincia della Lombardia, dopo l’appello dei medici cinesi e di tutti i sindaci della provincia di Bergamo, finalmente il Governo interviene, dopo un’intesa con i sindacati nazionali, a chiudere tutte le attività produttive non essenziali. È un enorme, forse decisivo, passo avanti verso il contenimento dell’epidemia, fatto grazie ai tanti lavoratori mobilitati, a partire da noi Mantovani che siamo stati un pezzo importante dell’avanguardia della mobilitazione nazionale. Da due settimane sosteniamo che le fabbriche non essenziali per combattere il coronavirus devono essere chiuse. Un grazie a Conte e al Governo che hanno ascoltato le ragioni dei sindacati ancora una volta ignorati da Fontana qualche ora prima. Ora vediamo il testo definitivo e capiamo a Mantova cosa dovrà restare aperto e cosa no: ovviamente vigileremo affinché non ci siano furbetti che giocano con la propria classificazione ateco per restare aperti ugualmente. Rimane la responsabilità politica del Governatore Fontana, e di Confindustria Lombardia, di non aver voluto fare questo passo, in autonomia, quando andava fatto: cioè 15 giorni fa, 15 giorni che abbiamo passato a contare i morti -a centinaia- nella nostra amata Regione”.