“Solo la pace è foriera di futuro”: Solferino ricorda la battaglia e lancia il suo appello al mondo

SOLFERINO — “Solo la pace è foriera di futuro”. Sono alcune delle parole, cariche di significato, dell’intervento che il sindaco di Solferino Germano Bignotti ha tenuto stamani durante la 166esima cerimonia commemorativa della storica battaglia di Solferino e San Martino, scontro decisivo del 1859 che ha ispirato la nascita della Croce Rossa.
Fin dalle prime ore della mattina, piazza Torelli si è riempita di autorità civili e militari, rappresentanze della Croce Rossa e cittadini accorsi a rendere omaggio ai caduti. Presenti, tra gli altri, il presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani, il vice prefetto Angelo Araldi, il comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Mantova, tenente colonnello Giorgio Feola, il presidente della Società Solferino e San Martino Fausto Fondrieschi, la rappresentante del Souvenir Francaise, numerosi sindaci del territorio e i primi cittadini di Magenta, Palestro e Montebello, a testimonianza del forte legame che unisce i luoghi simbolo del Risorgimento italiano.

Tra i momenti più toccanti della giornata, l’ingresso in piazza dei bambini del Grest delle scuole di Solferino, che hanno portato un grande tricolore. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha unito idealmente passato e futuro, ricordando come i valori della libertà e dell’unità nazionale debbano essere trasmessi alle nuove generazioni.
Dopo l’alza bandiera e l’esecuzione degli inni nazionali a cura dell’Ente Filarmonico di Guidizzolo, il corteo ha sfilato verso l’Ossario, dove è stata celebrata la messa in suffragio dei caduti. La cerimonia si è poi conclusa con i discorsi ufficiali e gli onori finali, in un clima di raccoglimento e riflessione.

Il sindaco Bignotti, nel suo intervento, ha saputo coniugare la memoria storica con la drammatica attualità dei conflitti che ancora oggi insanguinano il mondo: “In Medio Oriente, in Ucraina, in Sud Sudan e, proprio in queste ore, in Iran, assistiamo ancora a immagini di bambini senza casa, famiglie in fuga, civili sotto le bombe. Ancora una volta ci chiediamo: cosa abbiamo imparato? La memoria non deve essere un semplice rito, ma un impegno morale e concreto per fermare le guerre, dare valore alla diplomazia e restituire dignità alla vita”.
Un appello accorato, condiviso anche dal presidente Fondrieschi e dal presidente Bottani, che ha elogiato l’organizzazione perfetta della cerimonia che rilancia la valorizzazione del ‘Mudri’, il Museo Diffuso del Risorgimento, quale strumento fondamentale per trasmettere ai giovani i valori di pace e fratellanza nati proprio su queste colline”.
“Qui — ha concluso Bignotti — dove la Croce Rossa ha mosso i suoi primi passi, il volontariato, la solidarietà e il soccorso sono oggi l’eredità vivente di quell’intuizione di Henry Dunant. La libertà non è un regalo, ma una conquista che va difesa ogni giorno e trasmessa a chi verrà dopo di noi“.

Fotoservizio di Andrea Dal Prato