VIADANA – Avrà luogo sabato 25 settembre alle ore 17, presso l’Auditorium Gardinazzi di
Viadana (ex I.T.C.), in piazzetta Orefice, il terzo appuntamento della rassegna “Tempo del creato”, promossa dalla Comunità Laudato Si di Viadana e Marcaria in
collaborazione con le associazioni Persona Ambiente, NoiAmbienteSalute, New Tabor
OdV, Consulta del Volontariato, Biodistretto e Condotta Slow Food Casalasco
Viadanese, che condividono il comune obiettivo di “Camminare in una vita nuova: la
transizione ecologica per la cura della vita”.
Sarà il professor Alessio Malcevschi,ricercatore del Dipartimento di
Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale presso l’Università di
Parma, nonché membro di ASVIS (Alleanza per lo sviluppo Sostenibile), a declinare il
tema illustrando il “Ruolo del territorio per il futuro sostenibile dell’agricoltura”, focus quanto mai urgente e vitale, considerando che la crisi
climatica sta registrando livelli di allarme oltre ogni previsione catastrofista, il
riscaldamento globale in atto causa danni irreparabili e determina temperature
torride e piogge torrenziali. “La situazione sembra destinata a subire ulteriori
peggioramenti nei prossimi decenni, poiché il riscaldamento globale non accennerà a
diminuire, a meno che non si riducano in maniera significativa le emissioni di anidride
carbonica e di altri gas ad effetto serra. Uno dei tanti effetti dei mutamenti climatici è
costituito dalla carenza di risorse idriche che si riverbera, di conseguenza, anche
sulla qualità e quantità del cibo, mettendo a rischio persino la sussistenza alimentare.
Ecco perché il “mantra” della sostenibilità sta diventando sempre più ricorrente ma
non basta parlarne, occorre volerla davvero ed impegnarsi per attuarla
concretamente – spiegano gli organizzatori -. E’ pertanto estremamente importante per tutti (cittadini e consumatori ma anche amministratori ed operatori del settore agricolo e non solo) partecipare a questo incontro, per un confronto costruttivo sulle strategie da adottare per realizzare una vera transizione ecologica anche in agricoltura, allo scopo di contrastare, mitigare o adattare alle esigenze umane le trasformazioni indotte non solo dal riscaldamento globale, ma anche dalla perdita di biodiversità e dall’aumento dell’inquinamento generale. Essendo tutto interconnesso, ogni decisione che si assumerà produrrà infatti conseguenze anche sull’occupazione in generale, ma soprattutto giovanile, sulle condizioni di lavoro, sulla salute (sia in riferimento alla qualità del cibo prodotto che alle condizioni in cui lo si produce) e sul commercio e reperibilità dei prodotti agricoli in senso lato (zootecnia compresa). Sta a tutti noi far sì che tali conseguenze siano generative di processi virtuosi che trasformino la crisi in opportunità, aprendo”.