Sotto continuo controllo a Pegognaga lo sversamento di idrocarburi da un distributore

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PEGOGNAGA – La preoccupazione del Consiglio comunale pegognaghese per salubrità ambientale e salute della comunità é stata confermata dall‘unanime condivisione sulla prosecuzione del monitoraggio circa gli interventi di bonifica su residui nocivi, percolati nel terreno da una vasca di carburanti di una stazione di servizio, sita in Strada Provinciale 49, a rischio delle sottostanti falde acquifere, alla periferia dell’abitato urbano di Pegognaga. Problema, sul quale l’assessore all’ambiente Giulia Caramaschi ha fugato ogni dubbio, assicurando che non sussistono motivi di preoccupazione.
D’altro canto l’attenzione di chi risiede nell’area accidentalmente inquinata da idrocarburi nel luglio del 2013 è più che giustificata, tanto più che all’epoca Pegognaga non era dotata di acquedotto urbano. In Consiglio il problema é stato sollevato con un’interpellanza da RiAttiviamo Pego. Il documento, letto dallo stesso capogruppo Fulvio Renusi, recita «L’11 luglio 2019 l’Amministrazione ha avuto un incontro con Siron (proprietaria della stazione, n.d.r.), BSA Ambiente, che anni fa ha iniziato la bonifica dell’area, e Ats. Il 3 settembre 2019 il sindaco Matteo Zilocchi ha affermato che l’inquinamento dell’area Siron é presente solo nel terreno, la falda é salva e l’obiettivo é di tenere monitorata la situazione con controlli serrati. Nella stessa occasione l’assessore Caramaschi ha affermato essere migliorata la situazione ed il fatto anomalo riguardava il valore del ferro registrato. Ha inoltre affermato che si sarebbe aperto un tavolo di confronto ogni sei mesi in cui tenere monitorato l’avanzamento dei lavori. Il successivo era previsto per fine 2019. Chiediamo: come sta procedendo il monitoraggio; quali gli aspetti emersi nei tavoli di confronto avvenuti in un anno e mezzo; qual è l’attuale situazione rispetto a luglio 2019». Caramaschi ha sottolineato la modalità d’approccio, basata sul confronto diretto con l’azienda, onde condividere gli interventi di monitoraggio con Comune, Arpa, Ats e Provincia. Il progetto di bonifica affidato a BSA Ambiente consiste in due fasi: la prima, contempla l’aspirazione degli inquinanti; la seconda é una bonifica biologica. «Il passaggio a questa – ha detto l’assessore – avviene quando i valori della frazione di idrocarburi è inferiore alla soglia di contaminazione tra due campionamenti consecutivi in un rang di sei mesi. L’azienda incaricata prosegue campinamenti ed analisi a scadenza trimestrale in punti chiamati piezometri. Stesse analisi, effettua stavolta mensili, in entrata ed in uscita delle acque dell’impianto. Invia quindi report ad azienda proprietaria, Comune ed enti. I quali ricevono altresì report annuali. La ditta incaricata ha chiesto nell’ultimo confronto una proroga di un altr’anno della prima fase, portandoli così a tre. Secondo Comune ed enti due anni sono sufficienti per produrre gli effetti attesi. Per il monitoraggio invece s’é deciso il proseguimento. Qualora il trend non rispetti l’andamento previsto la ABS Ambiente deve produrre un nuovo progetto che contempli un diverso percorso». E’ stata convocata anche la Conferenza dei Servizi per consultare il parere valutativo degli esperti sulla fase due. La consigliera Teresa Morbio ha voluto assicurarsi che l’acqua di falda non ne abbia risentito. Sostanzialmente soddisfatta la minoranza.

Riccardo Lonardi

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