Sottopasso Porta Cerese, centrodestra astenuto. Palazzi: “Dispiaciuto”. Le opposizioni: “Non votiamo a scatola chiusa”

MANTOVA – Astensione compatta da parte del centrodestra per quanto concerne la convenzione con RFI del sottopasso di Porta Cerese: la delibera è passata nel Consiglio Comunale di ieri con i voti della maggioranza. Ieri, intanto, sono cominciati i lavori su via Luzio, la convenzione permetterà di entrare nel vivo di un’opera molto attesa.

“Mi dispiace che il centro destra tutto si sia astenuto sulla convenzione – ha dichiarato il sindaco Mattia Palazzi tramite i propri canali social -. Hanno dichiarato in aula di essere favorevoli all’opera ma si sono astenuti in attesa dei cronoprogramma definitivi. Scelta pienamente rispettabile ma mi dispiace, se posso dirlo, perché penso che su opere cosi importanti, che finalmente ci libereranno dai due passaggi a livello di ingresso della città, dopo essere riusciti a ottenere 55 milioni di euro dal Governo Draghi per realizzare Porta Cerese e Gambarara, sarebbe stato un bel segnale avere l’unanimità dell’intero consiglio comunale. Fa niente. Ciò che conta è realizzare le opere che servono ai mantovani”.

 

“Eravamo chiamati all’approvazione della convenzione per realizzare il sottopasso di Porta Cerese – aggiunge il vicepresidente del Consiglio Comunale Fabio Madella -. Opera epocale, se ne parla da 40 anni, oltre 30 milioni a carico esclusivo di Rfi (quindi non dal bilancio comunale). Il centrodestra che fa? Si astiene. Ma perché? Non facciamo niente allora: stiamo fermi, immobilismo. Ma dai!”

LE OPPOSIZIONI: “IMPOSSIBILE APPROVARE QUALCOSA A SCATOLA CHIUSA. NON CI E’ MAI STATO PERMESSO DI VISIONARE I PROGETTI DEFINITIVI”

Il centrodestra, dal canto suo, ribatte, spiegando le proprie ragioni: “Mi sono astenuto per coerenza con quanto già fatto a febbraio 2023, nell’altro passaggio in Consiglio – dice Stefano Rossi di Mantova Ideale -. All’epoca avevano fatto votare una conformità urbanistica su elaborati afferenti i progetti definitivi. A precisa domanda, mi era stato risposto che in realtà, quelli da noi visionati, non sarebbero stati gli elaborati dei progetti definitivi. Non c’erano assolutamente i presupposti per avallare qualcosa di cui ignoravo i contenuti. Ieri sera ho rimarcato come, ancora una volta, non ci sia stata la possibilità, per tutti i consiglieri (di maggioranza e minoranza) in questi anni di verificare nel dettaglio il progetto di Porta Cerese (come del resto quello di Gambarara) e di analizzarne eventuali criticità”.

“Del primo era stato completamente ignorato quanto dichiarato da RFI, cioè che a fronte della realizzazione di quest’opera, come contropartita ci sarebbe stato in futuro un sostanziale aumento del traffico di treni merci contenenti sostanze pericolose (liquidi e gas) a stretto ridosso del cinquecentesco Palazzo Te. Ma evidentemente questi sono temi che l’amministrazione comunale ha preferito non affrontare pubblicamente, preferendo dichiarare che questa è un’opera che i mantovani attendono da 50 anni e che quindi non c’è alcun motivo per non essere d’accordo sulla propria realizzazione. Dal sindaco ieri sera mi sarei aspettato, in merito ai lavori del nuovo sottopasso di Porta Cerese, solo delle scuse per i disagi per il sottopasso alla stazione dei treni, e un impegno perché il disagio non si ripeta a Porta Cerese. Invece no, la colpa invece è sempre degli altri”.

“Mi sono astenuta perché non ho potuto vedere, come è accaduto agli altri consiglieri, il progetto esecutivo – spiega Catia Badalucco di Fratelli d’Italia -: ora presenterò un accesso agli atti. Inoltre non capisco perché sul sottopasso Palazzi non si sia confrontato con i sindaci dei comuni limitrofi, come ha anche chiesto negli ultimi giorni il primo cittadino di Borgo Virgilio Aporti. Se non altro per gestire assieme le criticità che potrebbero sorgere durante i lavori. Indipendentemente da tutto, comunque, ci tengo a ribadire che non siamo affatto contro il progetto perché è vero che si tratta di un’opera attesa da anni dai cittadini. Ma ci saremmo aspettati un minimo di condivisione. Non si può accettare tutto a scatola chiusa”.