Strage di ciclisti sulle strade italiane. Nei primi tre mesi di quest’anno ne sono morti 44, uno ogni due giorni, mai cosi tanti negli ultimi anni e nonostante le limitazioni agli spostamenti imposte dal Covid. A comunicare i dati, così come riporta l’Agi, è lo speciale “Osservatorio ciclisti” dell’Associazione sostenitori e amici polizia stradale.
14 sono stati i decessi di gennaio, 17 di febbraio, e 13 a marzo.
Nei primi tre mesi del 2019 erano morti 37 ciclisti (in totale in quell’anno ci furono 253 morti tra gli utenti delle due ruote), 33 nei primi tre mesi del 2018 (totale dell’anno 219); mancano i dati del 2020 al momento non ancora comunicati da parte di ACI-Istat. “L’emergenza Covid e l’introduzione delle limitazioni alla mobilità – dichiara Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – non hanno avuto particolare effetti sui ciclisti, e anche per questa utenza debole permangono gravissimi comportamenti come quello della pirateria stradale”. Da inizio anno sono ben 6 gli episodi con fuga degli autori del sinistro e con le vittime lasciate sul posto: ogni sette sinistri mortali con il coinvolgimento di ciclisti, l’autore fugge almeno in un caso.
Nel solo mese di marzo sono ben 35 i ciclisti ricoverati in codice rosso in prognosi riservata, in aumento rispetto ai 29 di febbraio, in un momento storico in cui le terapie intensive sono già sotto pressione per il Covid-19. Nessuno dei conducenti al momento del sinistro è risultato alterato alla guida. Tre sono state le cadute autonome, mentre una delle vittime stava conducendo una bici elettrica.
Analizzando le regioni dove sono avvenuti gli incidenti mortali nel primo trimestre dell’anno, si registra che in Emilia Romagna sono avvenuti ben 11 sinistri mortali (il 25% del totale); a seguire la Lombardia con 6 decessi, il Piemonte con 5, la Puglia con 4, la Campania, il Lazio, l’Abruzzo e la Sicilia con 3. I veicoli investitori di ciclisti nel primo trimestre sono 29 auto, 9 autocarri ed un motociclo.
Sui 44 ciclisti morti tra gennaio e marzo 2021 gli ultra60enni sono stati 21, quasi il 50%, a conferma che le persone più anziane sono quelle più a rischio anche sulle due ruote come per i pedoni.