MANTOVA – Grande partecipazione di pubblico per il convegno “Gli internati militari italiani nei lager nazisti – Memoria, ricostruzione storica e risarcimenti per crimini di guerra”, tenutosi ieri a Palazzo Soardi. Organizzato dal Comune di Mantova e dall’Istituto mantovano di storia contemporanea, su iniziativa del presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, l’evento ha visto la presenza di autorevoli relatori. Tra questi, Carlo Benfatti ha aperto i lavori con una prolusione sul contesto storico della deportazione dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943, mentre Giovanna Gamba ha illustrato l’impegno di suo padre, Spartaco Gamba, nella battaglia per il riconoscimento degli internati militari italiani (IMI). L’avvocato Giulio Arria ha poi approfondito la questione dei risarcimenti per i crimini di guerra.
Gli internati militari italiani furono quei soldati catturati dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ritenuti “traditori” perché si rifiutavano di combattere per la Repubblica Sociale Italiana. Deportati nei lager nazisti, furono privati dello status di prigionieri di guerra e costretti a lavorare nelle fabbriche tedesche, subendo fame e umiliazioni. Tra i protagonisti della battaglia per il loro riconoscimento vi è Spartaco Gamba, ex internato e vicesindaco di Mantova negli anni ’60. Nel 2008, Gamba avviò una causa giudiziaria per ottenere il riconoscimento giuridico degli IMI e il risarcimento per le sofferenze patite nei campi di prigionia. Ad aiutarlo nell’impresa Joaquin Lau di Firenze e i mantovani Claudio e Giulio Arria.
La vicenda giudiziaria riguardò 62 ex internati e coinvolse i tribunali di Mantova, Brescia e infine la Corte di giustizia dell’Aia. La Corte costituzionale italiana riconobbe gli IMI come vittime di crimini contro l’umanità, per i quali non esiste prescrizione, e concesse il risarcimento, destinato agli eredi degli internati, ormai deceduti.