MANTOVA – La riduzione dei contributi ai caregiver attuata tramite il programma operativo regionale del Fondo per la Nonautosufficienza, ha scatenato una pronta risposta degli assessori al welfare dei Comuni di Bergamo, Milano, Brescia, Monza, Varese, Lecco, Cremona, Mantova, Lodi, che hanno inviato una lettera alla Ministra per le Politiche Sociali Marina Elvira Calderone e all’Assessore Regionale Elena Lucchini una lettera
“Abbiamo ricevuto in questi giorni il programma operativo regionale sul Fondo per la Non Autosufficienza di cui alla Dgr 1669 del 28.12.2023 che riducendo i contributi ai caregiver e sostituendoli parzialmente con l’erogazione di servizi, provoca ad oggi i seguenti effetti:
• le persone con disabilità che oggi vivono una situazione problematica, nonostante gli sforzi fatti in questi anni sul territorio per la costruzione di reti di servizi che non sempre hanno visto riconosciuti adeguati finanziamenti, vedranno ulteriormente ridotti i contributi economici assegnati a loro direttamente. Si tratta di circa 17.000 beneficiari (circa 7.000 B1 e 10.000 B2) dati di Regione Lombardia.
• la difficoltà per gli Ambiti Territoriali e i loro servizi sociali di progettare, programmare e
implementare nei tempi definiti, quindi entro il prossimo giugno, i servizi che dovrebbero sostenere le persone non autosufficienti e i loro caregiver a domicilio.
Il nostro auspicio, visto anche lo spirito stesso del Piano per la Non Autosufficienza, era quello che venissero implementati i servizi e quindi che gli stessi fossero aggiuntivi e non sostitutivi delle scarne prestazioni economiche fino ad oggi erogate alle persone in condizione di disabilità e alle loro famiglie. Questa applicazione, nei tempi e nelle modalità previste, pone delle criticità non solo ai caregiver e alla persona non autosufficiente ma anche al sistema dei servizi. In particolare, si sottolinea che il sistema dei servizi sociali e delle rappresentanze comunali non ha avuto alcuna informazione, se non un passaggio formale con ANCI rispetto agli indirizzi applicativi del Piano operativo regionale.
Si chiede pertanto al Ministero e alla Regione l’implementazione dei fondi assegnati per l’anno 2024 in modo da consentire di lasciare inalterato il contributo economico garantito fino allo scorso anno e di iniziare l’implementazione dei servizi da parte degli Ambiti Territoriali Sociale in modo graduale o in subordine un rinvio al 2025 dell’applicazione della stessa. Con la presente si chiede inoltre un momento di confronto con l’assessorato regionale, anche coinvolgendo il dipartimento welfare di Anci Lombardia, utile a definire gli strumenti e le risorse per la necessaria implementazione della rete dei servizi”.
A queste parole si aggiungiono anche quelle dell’Assessore al Welfare del Comune di Mantova, ALessandro Caprini: ”
“Chiediamo a Regione Lombardia di rivedere i contenuti della delibera e aprire un tavolo di confronto con gli enti locali. Non è accettabile che al tempo stesso si taglino le risorse per la disabilità grave (da 400 a 100€ al mese per un caregiver, è una cifra che si commenta da sola) e si scarichino sui comuni maggiori oneri. I servizi sociali stanno già facendo sforzi incredibili per garantire adeguati livelli di cura e assistenza per la disabilità, accompagnare progetti di vita indipendente e sostenere le famiglie.
Se i servizi vanno riorganizzati si deve gestire questa fase in modo condiviso e non calare dall’alto decisioni unilaterali”.
ALI Lombardia chiede a Regione un ripensamento. “Servono tempi e risorse per riorganizzare i servizi e dare risposte concrete a migliaia di famiglie con disabili gravi e gravissimi oggi assistiti al domicilio”
ALI Lombardia esprime la forte preoccupazione di Sindaci e Amministratori dei Comuni Lombardi di fronte alla Delibera di Giunta Regionale 1669 che, nei fatti, dispone una riduzione dei sussidi monetari a favore alle persone con disabilità gravissima e grave (le misure B1 e B2) dal primo giugno di quest’anno, con la finalità di destinare tali risorse all’implementazione di interventi sociali integrativi da riorganizzare in sinergia con Comuni, Ats/Asst, Terzo settore e associazioni.
I Sindaci sono consapevoli che tali riduzioni sono finalizzate a recepire quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza (PNNA) 2022-2024, che ha previsto nei prossimi anni, tra le varie cose, la progressiva conversione dei sostegni offerti come contributi economici in servizi erogati (forma diretta); sono anche favorevoli a un welfare basato sempre più su servizi diretti alle persone che hanno bisogni.
Risultano tuttavia molto critiche le tempistiche e le modalità deliberate da Regione per operare tale conversione: in pochi mesi i Comuni Lombardi saranno chiamati a compensare questi tagli con un valore analogo di servizi pubblici di assistenza diretta (Interventi Sociali Integrativi), così da garantire la graduale attuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). Nel periodo di attuazione di tale “conversione”, ci saranno fortissime ripercussioni sui servizi sociali, che già sono al limite delle possibilità dei bilanci comunali e dell’organizzazione dei Servizi Comunali per la crescita vertiginosa del numero di persone assistite avvenuta nel corso degli ultimi anni, oltre che per la difficoltà di reperire personale, al punto che numerosi Comuni Lombardi hanno ormai serie difficoltà anche solo a gestire l’ordinaria amministrazione.
Per queste ragioni ALI Lombardia chiede a Regione di dare più tempo ai Comuni Lombardi per attuare la riorganizzazione dei servizi, aggiungendo risorse e consentendo di attuare veri percorsi di coprogrammazione e coprogettazione con gli Enti del Terzo Settore. Inoltre serve ripristinare i sussidi oggi assegnati alle famiglie fino a che tale percorso di riprogettazione e riorganizzazione dei servizi non sia terminato. Diversamente migliaia di famiglie rischieranno di essere lasciate sole da Regione e di non trovare risposte concrete quando busseranno alla porta dei loro comuni: insomma, una sconfitta per tutto il sistema di welfare lombardo”.