MANTOVA – Nel prossimo consiglio comunale verrà discussa l’approvazione delle tariffe per il servizio di Igiene Urbana effettuato da Mantova Ambiente (Tari). Utenze domestiche che vedranno un aumento medio, dovuto al metodo di calcolo Arera, del 2,7%. Mentre il 56,61% del PEF sarà in capo alle utenze non domestiche, con un aumento medio del 2,9%.
Monta già la protesta dell’opposizione, con il Cosngliere di minoranza Pierluigi Baschieri: “Non c’è balzello che in questo periodo non risulti odioso. L’aggiornamento del piano economico finanziario per lo smaltimento dei rifiuti urbani con un aumento medio del 2,7 per le utenze domestiche e del 2,9 per quelle non domestiche se lo poteva risparmiare il centrosinistra. Lo sa benissimo anche l’assessore Andrea Murari, da anni alle prese con i problemi di equilibrio di bilancio di Mantova Ambiente, che in questo periodo l’inflazione è ancora altissima, si aggira intorno al 9,2% comportando un maggiore esborso pari a + 2.691 euro annui per la famiglia tipo, spesa che sale a +3.845 euro per un nucleo familiare con 2 figli.
Il comune per contenere questa ancora pesante situazione inflattiva non sta facendo nulla, inutile è stato l’appello di Forza Italia di sterilizzare l’aumento Istat dell’ 11,5% per il canone di occupazione del suolo pubblico pagato dagli esercizi commerciali e dagli ambulanti.
Adesso il Consiglio comunale della città si ritroverà questa patata bollente tra le mani come sollecitato da Mantova Ambiente, gestore del servizio pubblico per lo smaltimento dei rifiuti, consapevole del fatto che ogni misura economica a danno delle famiglie e dei commercianti non fa altro che aumentare la stagnazione dei consumi.
Sta di fatto che nessun comune capoluogo sino ad oggi ha innalzato la tariffa dei rifiuti in forza del fatto che l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione non rientra tra le casistiche dell’aggiornamento straordinario infra-periodo dei Piano Economici Finanziari-Tari che oggi hanno un respiro quadriennale e non più annuale come sino a qualche anno fa.
Questo è quanto sostenuto dall’ Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente (ARERA) nelle deliberazione n.62/2023/R/Rif. I gestori potranno recuperare i maggiori costi causati dallo shock inflazionistico nelle annualità del 2024 e del 2025 in sede di aggiornamento biennale dei Piano Economici Finanziari.
A questo centrosinistra chiediamo di non accanirsi troppo contro i cittadini ed i piccoli imprenditori, dove è possibile si adoperi a rimandare o sterilizzare i fastidiosi rincari dovuti dalla inflazione in attesa che la congiuntura economica sfavorevole rientri”.