MANTOVA – “Fragile, custodire con cura. RSA: da sempre ci prendiamo cura delle fragilità degli anziani. Saremo in grado di farlo anche domani?” questo il titolo del convegno che si è tenuto questa mattina al teatro Bibiena promosso da Uneba Mantova, Unione Nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale. Scopo della mattinata di studio, aperta dalla presidente della Fondazione Mazzali Mara Gazzoni e dal presidente di Uneba Mantova Adriano Robazzi, far incontrare i tecnici con il mondo politico per avere delle risposte sul futuro dei servizi assistenziali agli anziani.
“Le Rsa sono state abbandonate dalla politica- dice Marco Trabucchi, professore dell’università di Roma “Tor Vergata” – bisogna ricostruire un legame forte perchè la politica è quella che decide. Noi aiutiamo le persone, le aiutiamo a vivere anche quando sono in condizioni drammaticamente compromesse e vorremmo essere aiutati, la collettività ci aiuta già, ora la politica deve fare uno sforzo. Le premesse a livello nazionale non sono buone, la legge 33 che presentava qualche speranza, non è stata finanziata”.
“E’ tutto il servizio sanitario che è in affanno – commenta il presidente nazionale di Uneba, Franco Massi – le difficoltà ci sono, la legge di bilancio non da grandi speranze per il consolidamento di alcuni servizi del servizio sanitario nazionale, seconda preoccupazione la legge sulla non autosufficienza, la legge quadro approvata dal Parlamento, dopo la quale dovrebbero arrivare alcuni decreti, ma se non ci sono risorse questa legge non serve. Nel frattempo dobbiamo continuare nel quotidiano, potenziando i servizi attuali e pensando a nuovi servizi per il futuro per anziani e disabili”.
“L’elemento principale di questo convegno è quello di comprendere se la politica regionale e nazionale sta incominciando ad agire in termini programmatori – spiega Luca Degani, presidente Uneba Lombardia – vorremmo vedere una programmazione di risorse sul medio-lungo periodo che parta dal presupposto che ormai siamo una popolazione molto più anziana della precedente e anche il modello della presa in carico dell’anziano sta evolvendo e necessità di chiarezza su quanta offerta di Rsa, quanta di centri diurni integrati, di assistenza domiciliare sarà resa disponibile e quante risorse potranno garantire un minor costo a carico delle famiglie”.
L’assistenza domiciliare integrata è quella che sta ricevendo attraverso il Pnrr la maggior quantità di risorse, ma serve che i gestori delle Rsa imparino a gestire anche questo settore, serve quindi una programmazione che riesca a sviluppare la carenza di medici, infermieri e operatori socio sanitari e guardi se fosse per esempio il caso di creare figure intermedie tra infermieri e Oss per una gestione del bisogno sempre più cronico e meno acuto.
Il rischio, come più volte evidenziato è quello di dover aumentare le rette che vanno a gravare sulle famiglie.
“Si e poi alcune famiglie possono protestare ma ce la fanno – dice Trabucchi – altre invece non riescono e verso di loro dobbiamo avere una forte responsabilità, perchè non garantire la salute a tutti crea delle differenze che non sono di un paese democratico, di un paese giusto”.
E il mondo politico? Quali risposte?
“Dobbiamo interrogarci su quale ruolo vogliamo che assumano oggi e nel futuro le Rsa dei nostri territori – spiega Chiara Sortino, assessore alle Politiche per la Famiglia del Comune di Mantova – la domanda è anche se vogliamo che continuino ad essere dei presidi socio territoriali che possano essere un riferimento delle politiche socio sanitare del welfare della popolazione anziana. Io auspico che le riflessioni e la condivisione di alcune problematiche e questioni possano essere a tutti i livelli della politica nazionale, regionale, locale, stimolare un impegno più concreto a sostegno delle Rsa”.
“Regione Lombardia sta lavorando e portando avanti un discorso di sviluppo del percorso assistenziale, della persona lungo la rete dei servizi – spiega Rosetta Gagliardo, dirigente unità organizzativa rete territoriale di Regione Lombardia – in questo contesto le Rsa costituiscono sicuramente un elemento essenziale del sistema, ne abbiamo 680 a contratto per oltre 60mila posti e questo vuol dire una rete centrale sul territorio che deve essere potenziata dal punto di vista della flessibilità dell’utilizzo, per esempio con l’Rsa Aperta, in modo che l’Rsa diventi un centro di competenza trasversale sul territorio, il lavoro di questa legislatura si concentrerà quindi su questo utilizzo”.
“La Regione deve intervenire, noi lo abbiamo già chiesto alla maggioranza durante la variazione di bilancio – commenta Marco Carra, consigliere regionale Pd – è necessario stanziare fondi per coprire gli aumenti che inevitabilmente le Rsa stanno vivendo, e che ricadono sulle famiglie. Il livello di civiltà di una società si misura anche dall’efficienza di questo servizio. Il convegno di questa mattina ha questo obiettivo: quello di stimolare la politica e chi ha responsabilità di Governo ad intervenire prima che sia troppo tardi. Non basta dire che le cose vanno fatte, ma vanno fatte davvero”.
Presente all’incontro anche l’ex parlamentare Mariapia Garavaglia “La legge 33 è inutile e dannosa, senza soldi non serve a nulla – ha commentato – le istituzioni spesso non collaborano e non sanno una cosa fa l’altra, ci sono troppi ministeri, ne basterebbe uno alla sicurezza sociale al momento non c’è una visione al futuro, ma dobbiamo capire che i problemi non sono delle Rsa, i problemi sono di tutti i cittadini italiani e per questo è necessario trovare una soluzione”.