MANTOVA – 110 richieste di aiuto nell’ultimo anno da parte di donne vittime di violenza, attraverso telefonate, email, e messaggi whatsapp, di cui una settantina presa in carico. Sono i numeri di Telefono Rosa di Mantova che oggi pomeriggio sono stati illustrati in occasione della conferenza organizzata dalla Cgil di Mantova “Rosa la voce delle donne” nel corso della quale responsabili e volontarie dell’Associazione hanno parlato dell’esperienza dell’ascolto delle donne effettuata in un’ottica di sicurezza e prevenzione delle situazioni di violenza, che sia questa fisica, sessuale, psicologica, di stalking o economica.
Al tavolo dei relatori, a fianco di Roberta Franzini della segreteria della Camera del Lavoro, c’erano Paola Mari, avvocata del Foro di Mantova e presidente di Telefono Rosa Mantova, Elena Zuccati, volontaria di Telefono Rosa Mantova e Rachele Sassi, psicologa e psicoterapeuta consulente di Telefono Rosa Mantova. E’ stata proprio la presidente Mari a spiegare che rispetto alla presa in carico i percorsi possono essere i più diversi: dal supporto legale a quello psicologico e sociale. Nei casi più gravi l’Associazione si adopera anche per trovare delle residenze protette a donne vittime di violenza.
A chiedere aiuto sono in grande maggioranza donne italiane, per lo più intorno ai 30 anni di età e con bambini con meno di 10 anni.
“Le straniere in genere si rivolgono ad altri centri a cui accedono per aiuti materiali. A quel punto, quando ci sono problemi di maltrattamenti in famiglia, può scattare anche la richiesta di aiuto su questo fronte. Le donne straniere che accedono da noi sono quasi tutte segnalate dai Servizi sociali e poi va detto che, per quanto riguarda le straniere, c’è il grosso problema della lingua e c’è una dipendenza totale dall’uomo sia culturale che economica, soprattutto per le etnie indiana e pakistana, per cui diventa davvero difficile pensare a un percorso di sganciamento dall’ambito familiare. Per queste donne non esiste l’idea di poter vivere autonomamente” spiega Mari.
La Cgil cosa può fare per aiutare le donne che si ritrovano vittime di qualsiasi tipo di violenza? “Abbiamo lo sportello sociale che accoglie tutte le donne che si rivolgono al sindacato, diamo dei consigli e indichiamo i collegamenti tra centri antiviolenza e servizi sociali dei Comuni. Siamo presenti anche per quanto riguarda i contratti di lavoro con tutte le norme che possono tutelare le donne vittime di violenza, con i congedi qualora la donna debba essere trattenuta nei centri protetti, tutelando ovviamente anche il suo anonimato”.