REGGIO EMILIA – Blitz antiterrorismo di matrice jihadista che ha portato all’arresto di 14 persone collegate a un network pakistano chiamato “gruppo Gabar” responsabili nel 2020 dell’attacco terroristico all’ex sede della rivista satirica Charlie Hebdo. Perquisizioni anche nel mantovano.
Nei video sui social brandivano un machete e mimavano il taglio della gola. Ma poteva essere un coltello. I messaggi erano quotidiani: in strada o nelle loro abitazioni. Avvolti da tuniche, con in testa copricapo neri. L’indagine tecnica sui suoi profili social ha poi fatto emergere l’esistenza della cellula terroristica, i cui giovani componenti pakistani risultano tutti in contatto con l’attentatore di Charlie Hebdo. Due mesi prima dell’attentato del settembre 2020 alcuni di loro si sono fotografati assieme a lui sotto la Tour Eiffel, la didascalia era “abbiate un po’ di pazienza, ci vediamo sui campi di battaglia”.
Ci sono stati, per ora, arresti in Spagna e in varie città italiane, ma il presunto capo del gruppo viveva a Fabbrico e la Digos di Reggio Emilia lo teneva d’occhio da un anno: Yaseen Tahir, 24 anni, pakistano, operaio nel settore metalmeccanico. Alle 4 della scorsa notte lo hanno prelevato in un’abitazione di via Trieste a Reggio, dopo un’indagine complessa fatta di intercettazioni telefoniche e ambientali, controllo dei gps, delle telecamere e dei telefoni per più di nove milioni di righe di traffico.
L’operazione, coordinata dalla Dda e dall’antiterrorismo di Genova, ha preso le mosse da informazioni acquisite nel 2020 dal comparto intelligence nazionale: si segnalava la presenza in Italia di persone vicine al circuito di Hassan Zaheer Mahmood, il pakistano che il 25 settembre di due anni fa a Parigi, nei pressi dell’ex sede della rivista satirica Charlie Hebdo, ferì gravemente con un machete due persone per vendicare la ripubblicazione delle vignette sul Profeta. La svolta è arrivata quando, nell’aprile del 2021, il 24enne arrestato a Fabbrico ha fatto rientro in Italia dalla Francia dove era stato arrestato per aver portato con sé un grosso coltello in un luogo pubblico: la prima tappa a Chiavari, poi direzione provincia di Reggio Emilia.
L’operazione di ieri ha portato la Digos ad effettuare perquisizioni anche nel mantovano, in particolare, sul territorio virgiliano, l’attività di ricerca si è concentrata tra Dosolo e Pomponesco, dove in un casolare abbandonato, sarebbero stati scoperti altri 15 cittadini pakistani su cui ora sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.