Trattamento dei rifiuti, l’8 novembre incontro a Pomponesco

POMPONESCO – E’ dedicato al trattamento dei rifiuti, una tecnologia, che nella nostra provincia, come del resto nella bassa Lombardia, ha trovato un’accoglienza decisamente favorevole da parte degli agricoltori tanto che è sempre più facile scorgere tali impianti nelle nostre campagne l’9 appuntamento de “Il Pianeta divorato”, la rassegna condotta da Slow Food di Mantova.

Il professor Gianni Tamino, docente di Biologia, Bioetica e Diritto ambientale, illustrerà i pro e i contro di tale tecnologia martedì 8 novembre alle 20.30 al teatro di Pomponesco. All’appuntamento parteciperà, in qualità di esperta, anche Maria Grazia Bonfante esponente del Forum “Salviamo il paesaggio” ed ex sindaco di Vescovato la quale informerà i cittadini sia sulle procedure riguardanti l’autorizzazione sia sulle norme di rispetto dell’ambiente richieste agli impianti di produzione di biogas.

Questi impianti di produzione di biogas sono piuttosto controversi infatti se per un verso è sicuramente un vantaggio ottenere fertilizzanti attraverso il recupero dei rifiuti dell’agricoltura e della zootecnia, la conseguente generazione di biogas(metano+CO2) costringe a creare energia con la combustione che è molto meno sostenibile delle fonti rinnovabili come ad esempio il sole e il vento – spiega Gilberto Venturini, fiduciario della condotta Slow Food di Mantova -. La tesi sostenuta dal relatore è che ancora una volta si tratti di una innovazione tecnologica che, con il principale scopo di creare profitto, invece di assecondare le leggi di Natura tende a sovvertirle con conseguenze negative per l’ambiente. Da questa ambizione di profitto derivano infatti tutte le problematiche generate da tali impianti. La concessione di incentivi statali tende a generare una eccessiva proliferazione e a spingere i gestori a oltrepassare i limiti imposti dalle norme ampliando le conseguenze negative e i danni. La conversione di terreni di pregio da agricoltura a fini alimentari in agricoltura a fini energetici, al fine di ottenere produzioni massive aumenta i trattamenti di fertilizzanti e di pesticidi e incrementa di conseguenza l’impatto ambientale. Molte installazioni per sfruttare il calore prodotto in eccesso vengono realizzate vicino agli abitati con produzione di cattivo odori, di emissioni nocive ed abnorme traffico di autocarri che trasportano rifiuti e biomasse, mentre il richiesto contenimento delle dimensioni delle installazioni ha scatenato la proliferazione di piccole strutture”.