MANTOVA – Un’immagine che è già storia quella di Trump e Zelensky dentro la basilica di San Pietro, vicini faccia a faccia su due sedie, prima dei funerali di papa Francesco, che ha passato la sua vita a chiedere la pace, anche per la “martoriata Ucraina”.
“Questo è primo miracolo di papa Francesco” hanno commentato molti osservatori che hanno seguito da vicino l’evolversi dei colloqui tra i potenti del mondo, riuniti a margine delle esequie del Pontefice. Lo stesso pensiero ha accomunato tanti fedeli che questa mattina hanno seguito la cerimonia in diretta dal maxischermo allestito nella basilica di Sant’Andrea a Mantova. Tra loro, seduto in prima fila, il vescovo Marco Busca, che ha sottolineato l’importanza storica dell’incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Ucraina: “Un omaggio senz’altro a Papa Francesco che ha tanto insistito perché tacessero le armi e si riprendesse il dialogo”.
Lo stesso che il cardinale Giovanni Battista Re, durante l’omelia dei funerali del Pontefice, ha ricordato. “Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”.
Tanti i concetti evidenziati dal cadrinale nel ripercorrere l’azione di Francesco. “Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte”.
Re ha ricordato “l’immagine della Chiesa come “ospedale da campo” dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo, una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite. Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri” ha dichiarato il porporato che al termine dell’omelia Re ha ricordato come Papa Francesco usava concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: “Non dimenticatevi di pregare per me”. “Caro Papa Francesco ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero – ha sottolineato- come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”.
Quella stessa speranza al centro del Giubileo 2025 che ora continua, senza Francesco, ma rispettando tutti gli appuntamenti programmati. Proprio lunedì 28 e martedì 29 aprile si terrà il Giubileo dedicato alle persone con disabilità, e sono attesi a Roma circa diecimila pellegrini, tra cui anche famigliari e accompagnatori, da oltre 90 Paesi del mondo. Il Giubileo vedrà la partecipazione di migliaia di bambini, giovani e adulti provenienti in gran parte dall’Italia ma anche da molti altri Paesi. A Roma ci sarà anche una delegazione mantovana guidata dal vescovo Marco Busca.
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