Turismo, allarme di Confcommercio: “contratti pirata, meno tutele per i lavoratori e concorrenza sleale”

PORTO MANTOVANO – Contratti collettivi “minori” e pirata sempre più diffusi nel settore del turismo e della ristorazione, con conseguenze negative sia per i lavoratori che per le imprese corrette. A lanciare l’allarme è Fipe Confcommercio Mantova, che denuncia una crescita preoccupante del fenomeno del dumping contrattuale, ovvero l’adozione da parte di molte aziende di contratti collettivi alternativi a quello ufficiale, che prevedono condizioni economiche e normative peggiorative.

«Nel nostro settore sono ben 41 i contratti collettivi non rappresentativi – spiegano Giampietro Ferri, presidente di Fipe Confcommercio Mantova, e Nicola Dal Dosso, direttore generale – e il loro utilizzo mina la qualità dell’occupazione, altera la concorrenza e danneggia l’intero comparto». Nonostante il contratto Fipe-Confcommercio, rinnovato nel 2024, resti il più applicato (oltre il 92% di adesione), la concorrenza sleale da parte di chi applica contratti meno onerosi è in crescita costante.

UN DANNO PER TUTTI: LAVORATORI, IMPRESE, ECONOMIA LOCALE

«Si tratta di un meccanismo distorsivo – aggiungono – che penalizza le aziende che rispettano le regole e compromette la coesione economica e sociale del territorio. I contratti pirata, infatti, prevedono salari più bassi, nessuna garanzia di welfare o formazione, e abbassano il potere d’acquisto dei lavoratori, con ricadute sull’intera economia». Secondo dati CNEL, su oltre mille contratti collettivi depositati, più di 250 riguardano il settore terziario. Di questi, solo una quarantina sono effettivamente applicati, e appena 18 risultano firmati dalle principali sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil). La differenza salariale tra un contratto rappresentativo e uno “pirata” può arrivare a 8mila euro lordi l’anno, con pesanti conseguenze anche sul piano contributivo.

UN MANUALE PER FARE CHIAREZZA

Per aiutare imprese, consulenti e istituzioni a orientarsi nel panorama dei contratti, Fipe Confcommercio ha pubblicato – in collaborazione con Adapt e con il supporto dell’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo – la seconda edizione del Manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi. Lo strumento serve a identificare i contratti non rappresentativi e valutarne l’impatto su salari e diritti, con l’obiettivo di promuovere una cultura della legalità nei rapporti di lavoro.

«Applicare un contratto nazionale ufficiale – sottolineano Ferri e Dal Dosso – è oggi imprescindibile, soprattutto in un settore come quello della ristorazione, dove la qualità del servizio è strettamente legata alla motivazione e alla formazione dei lavoratori».

RISCHI LEGALI E PERDITA DI COMPETITIVITA’

Oltre a non garantire tutele adeguate, i contratti pirata espongono le aziende a gravi rischi sanzionatori. Come ricordato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la legge prevede infatti l’impossibilità di accedere a benefici normativi e contributivi per le imprese che non adottano contratti collettivi comparativamente più rappresentativi.

«In un momento storico in cui è sempre più difficile reperire personale qualificato – concludono Ferri e Dal Dosso – il rispetto dei contratti è un fattore decisivo per la competitività e la sostenibilità delle imprese».