La Corte di Cassazione rigetta il ricorso presentato dalla difesa di Elana Scaini, la 57enne di Mantova condannata a diciotto anni, al termine del processo d’appello, per l’omicidio del marito Stefano Giaron avvenuto il 6 ottobre 2020.
Il fatto di sangue si era consumato nell’appartamento di via Mozart in Valletta Valsecchi a Mantova, dove la coppia abitava, da alcuni mesi, con la madre di lui. Il delitto era avvenuto dopo l’ennesima violenta lite tra i due coniugi.
Elena Scaini era poi fuggita a bordo di un furgone lasciando l’anziana suocera sola in casa, in stato confusionale. La donna, quando era stato trovata dagli inquirenti una volta scoperto l’omicidio, aveva ferite da taglio alle mani e sul corpo, e non sapeva della morte del figlio il cui corpo esamine era in una stanza accanto.
La Scaini si era recata a Zocca, in provincia di Modena, dove aveva trovato alloggio in un bed and breakfast. Due giorni dopo la donna aveva tentato il suicidio e, una volta soccorsa, aveva raccontato cosa era successo nell’appartamento di via Mozart a Mantova.
Ha sempre sostenuto di aver accoltellato il marito, con un coltello che aveva precedentemente messo sotto il letto a scopo di difesa, proprio per difendersi dall’aggressione dell’uomo che, a suo dire, la stava per ammazzare.
La Corte d’Assise d’Appello di Brescia, aveva ridotto di tre anni la pena della Scaini, dopo che il Tribunale di Mantova, le aveva inflitto 21 anni. La donna il prossimo 24 aprile sarà chiamata a difendersi anche dall’accusa di abbandono di persona incapace in quanto fuggendo dopo l’omicidio aveva abbandonato la suocera, affetta da morbo di Alzheimer e quindi non in grado di badare a se stessa. L’anziana è morta il novembre scorso 82 anni nella Rsa Villa Carpaneda di Rodigo.