Poste, Uil contro la privatizzazione: “A rischio 635 posti di lavoro nel Mantovano”

MANTOVA – A gennaio il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok per la parziale privatizzazione di Poste Italiane. Si ipotizza, secondo quanto comunicato dal Governo, la vendita di una quota non superiore al 13% che lascerebbe la maggioranza assoluta della società in mani pubbliche.
E’ il primo step di un più ampio piano di dismissioni pubbliche (segue la vendita del 25% di Banca Mps e ne precede altri come il 4% di Eni e Ferrovie dello Stato), che ha la finalità di raccogliere circa 20 miliardi di euro in tre anni, pari a circa l’1% del PIL.
La Uilposte Mantova è contro il progetto di privatizzazione (parziale) di Poste Italiane annunciato dal governo, progetto che secondo il Sindacato, metterebbe a rischio il lavoro di circa 635 addetti nella provincia di Mantova, suddivisi nei 102 uffici postali e 16 centri di distribuzione nel territorio – spiega il Segretario Provinciale della Uilposte Vincenzo Mazzei ribadendo che: “qualunque ulteriore cessione di quote azionarie di Poste Italiane sul mercato sarebbe un’operazione di mera cassa, oltre a intaccare e svilire un asset strategico importantissimo in Italia, che potrebbe compromettere l’occupazione della Provincia’’.

“Un numero di tali addetti – spiega il Segretario Provinciale – che potrebbe essere
compromesso da nuove drastiche ristrutturazioni, che si aggiungerebbero a quella già
complesse che sono in corso sia nell’ambito dei servizi postali che in quello dei servizi
finanziari. Nella provincia di Mantova per densità abitativa e flussi commerciali potrebbero venir meno un alto numero di centri di recapito e di uffici postali, che quotidianamente mantengono rapporti con migliaia di utenze, cittadini e piccole imprese, creando così molti problemi anche alla popolazione’’.

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