MANTOVA – La preoccupazione per la pandemia è sicuramente all’origine delle tante soluzioni che vengono ipotizzate per raggiungere con la vaccinazione, nel più breve tempo possibile, il maggior numero di persone. Riconosciute però le buone intenzioni di tutti, restano le criticità dell’accordo tra Regione Lombardia, Confindustria e Confapi per portare i vaccini nei luoghi di lavoro. Come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto al Governo di aprire il confronto sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro, nel quadro però del piano nazionale e nel rispetto delle priorità di vaccinazione. Quella della Lombardia è l’ennesima fuga in avanti da parte di una Regione in cui si continua a registrare un’organizzazione del piano vaccinale che definire approssimativa è poco. Vogliamo una campagna di vaccinazione che raggiunga realmente tutti, fatta con criteri omogenei e senza creare disuguaglianze. La nostra Regione dovrà aspettare che le maggiori forniture del vaccino, attese tra fine aprile e giugno, mettano il Paese e il Servizio Sanitario Nazionale in condizione di attivare la fase massiva della campagna vaccinale. Per dare immediato avvio in Lombardia alle vaccinazioni si dovrebbero infatti sottrarre dosi di vaccino destinate alle fasce prioritarie della popolazione: le persone più fragili, gli anziani over 80, i dializzati, i malati oncologici, i diabetici e altre categorie di persone più a rischio. Inoltre, come si spiegherebbe che in certe aziende si faccia il vaccino e in altre, le più piccole, circa il 90% di quelle che operano nel nostro territorio, no? Altro aspetto ignorato dall’intesa tra Regione e industriali è quello delle modalità per garantire la sicurezza necessaria: occorre una struttura dedicata per la prenotazione, la chiamata e la registrazione, oltre alla presenza di un medico adeguatamente formato e di almeno un infermiere. Un piano vaccinale nei luoghi di lavoro deve nascere da un confronto serio, con una regia nazionale e attuazioni condivise sul territorio. Gli annunci estemporanei non cancellano gli errori fatti sin qui. Il piano di vaccinazione approvato dal Governo è lo strumento che nella trasparenza delle priorità garantisce tutti: anziani, persone con fragilità, lavoratori, giovani, famiglie. Di confusione c’è ne già tanta, non ne alimentiamo altra.
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