Vaccino Pfizer, da Israele dati molto incoraggianti: dopo 2 dosi si infetta solo lo 0,014%

Stiamo monitorando molto da vicino i dati sulla variante indiana e ci sono evidenze promettenti sulla possibilità che i vaccini a mRna siano in grado di neutralizzarla

Dati molto incoraggianti sui risultati del vaccino Pfizer sono quelli in arrivo da Israele dove stanno emergendo tassi di protezione persino superiori a quelli osservati durante la sperimentazione clinica.
Israele è tra i Paesi più colpiti dalla pandemia: a fronte di soli 8,8 milioni di abitanti conta ben 613mila contagi e 4.500 vittime. Ma Israele è anche lo Stato in cui la campagna vaccinale sta procedendo più speditamente al mondo, con il 40 percento della popolazione che ha già ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer-BioNtech.
Il ministero della Salute israeliano, analizzando i dati di 428mila cittadini che hanno ricevuto entrambe le dosi, ha rilevato che a una settimana di distanza dalla seconda iniezione soltanto in 63 hanno contratto l’infezione. Si tratta dello 0,014 percento. Analogamente, un altro rapporto del Maccabi Health Services ha evidenziato che su 128mila persone vaccinate con due dosi, a oltre una settimana di distanza dalla seconda iniezione solo in 20 hanno contratto il virus, ciò significa lo 0,01 percento.
Se consideriamo che l’efficacia del vaccino di Pfizer-BioNTech è attestata al 95 percento – significa che su 100 persone vaccinate solo in 5 esposte al virus restano contagiate – i dati preliminari in Israele mostrano una protezione ancora maggiore. È I dati non sono ancora stati pubblicati su una rivista scientifica ma gli esperti sono comunque molto fiduciosi su quanto si sta osservando dopo la somministrazione di due dosi di vaccino.