MANTOVA – La settimana che porta alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre), è stata anticipata nei giorni scorsi, dalla terribile notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Giulia, la ragazza veneziana uccisa dal fidanzato. L’ennesimo episodio che porta a 105 i casi di femminicidio. Tra questi anche quello di Yana, ragazza uccisa un anno fa circa a Castiglione delle Stiviere.
Questa mattina alla Cisl un tavolo di studio e analisi di questa piaga sociale per cercare di capire quali possono essere i rimedi, partendo da un punto d’interrogativo: “Legge e norme sono sufficienti per arrestare la violenza contro le donne?”. Una sorta di provocazione che lascia intuire una risposta che purtroppo è negativa. Presenti al tavolo esperti ed istituzioni: Prefetto Aurora Esposito vice Prefetto, Giannina Roatta Questore di Mantova, Elisabetta Favaretti Sostituto Procuratore della Repubblica di Mantova, Beatrice Biancardi avvocata penalista, Gaia Cimolino consigliera di Parità della Provincia di Mantova e Patrizia Rancati Segretaria UST Cisl Asse del Po
Ad aprire i lavori Dino Perboni, Segretario Generale UST Cisl Asse del Po: “Gli accadimenti di pochi giorni fa, dimostrano che bisogna fare tanto di più rispetto alle norme esistenti. Occorre fare rete e invertire una cultura contro le donne che si è sempre più diffusa e che passa con il coinvolgimento delle scuole e famiglie. Questo incontro – prosegue – mi auguro possa essere uno sprono per studiare delle azioni di prevenzione, modificando alcuni elementi culturali coinvolgendo anche tutte le istituzioni”.
Chissà che le recenti cronache possano incentivare leggi più restrittive: “Le leggi ci sono, ma non bastano – ha commentato il Questore di Mantova Giannina Roatta – La violenza di genere nasce da un problema culturale. Bisogna agire sull’educazione e sul rispetto. Bisogna puntare sui giovani. La famiglia è importante, ma lo è anche la scuola dove si deve educare a un rapporto paritario tra generi”. Nel 2019 il Governo Conte ha istutuito il Codice Rosso, una legge che mira alla tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti, ma non basta: “Nel corso degli ultimi 15 anni – ha speigato la Roatta – gli interventi normativi sono stati tanti: inasprimento pene, istituzione di reati specifici di violenza di genere. L’ultimo il Codice Rosso che attiva in modo celere un procedimento. Il fatto è che quando questo codice rosso viene attivato, qualcosa è già successo. Per questo serve lavorare su educazione e prevenzione”. Infine un occhio di riguardo sul fronte virgiliano: “Il dato rispeccha purtroopo il trend nazionale. I codici rossi sono aumentati in modo esponenziale. Gli interventi per litigiosità sono quotidiani. Anche una banale lite, deve essere tenuta in considerazione”.
Al lavoro della Questura, si affianca anche quello della Prefettura: “Le leggi bastano? Non a pieno – ha commentato il vice Predetto Aurora Esposito – . Ci sono, devono essere applicate, però questo è un fenomeno che non si combatte con la repressione. Occorre agire in via preventiva. La Prefettura di Mantova – annuncia – sta organizzando un tavolo tecnico per cercare di arginare i segnali deboli ed evitare che in futuro possano susseguirsi episodi di violenza e di femminicidio. Dobbiamo diffondere una cultura di rispetto”.