Voltini (Coldiretti): allarme Coronavirus, evitare la paralisi dell’agricoltura lombarda

MANTOVA – “Niente panico. È importante rispettare le norme e i comportamenti di precauzione necessari in questo momento, ma non possiamo permettere che una paura sproporzionata blocchi Milano e la Lombardia, traino dell’economia nazionale, mettendo a rischio anche il lavoro nelle campagne e le nostre produzioni agroalimentari”. È l’appello lanciato da Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia in merito all’emergenza Coronavirus.

“Serve buonsenso da parte di tutti – continua Voltini – Oltre a tutelare la salute, lo sforzo deve essere quello di salvaguardare le attività quotidiane, a cominciare da quelle agricole e agroalimentari, soprattutto in Lombardia che è la prima regione agricola italiana e tra le prime a livello europeo, con una produzione agroalimentare che vale 13 miliardi di euro. Dobbiamo evitare la paralisi, che non fa bene a nessuno”.

“Voglio ringraziare le istituzioni – continua il Presidente Voltini –, in particolare quelle con cui, come Coldiretti, in queste ore siamo in stretto contatto: il Presidente della Regione Attilio Fontana, l’assessorato regionale all’Agricoltura, le Prefetture e le Ats sul territorio. Grazie al continuo confronto con loro e al lavoro dei tecnici di Coldiretti sul territorio stiamo cercando di garantire i servizi alle aziende agricole nella zona rossa e nella zona gialla, agendo sulle criticità che nelle ultime ore ci siamo trovati ad affrontare. È ancora prematuro quantificare i danni nelle campagne dovuti a questa situazione, ma le ripercussioni dell’emergenza Coronavirus rischiano di offuscare la reputazione del nostro agroalimentare e di mettere in dubbio la qualità delle nostre produzioni che invece sono sicure e controllate”.

Gli agricoltori – continua Voltini – sono impegnati a fare la loro parte: nel rispetto delle ordinanze regionali e comunali, continuano il lavoro nelle aziende, stanno garantendo l’apertura degli agriturismi e la vendita diretta dei loro prodotti, in azienda e nei mercati di Campagna Amica. Alcuni si stanno anche attrezzando per le consegne a domicilio, ma è indubbio che la situazione richiede grande senso di responsabilità e attenzione per non mettere in ginocchio l’economia dei nostri territori”.