MANTOVA – “È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione“. Lo rende noto la Coldiretti spiegando che la faq pubblicata sul sito del Governo chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, che integra il presupposto delle esigenze lavorative. Quindi – sottolinea la Coldiretti – la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito”. Aspetto, questo, che come sottolineato da Coldiretti consente gli spostamenti a quegli italiani che fanno gli agricoltori solo per passione coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. “Si tratta – spiega la Coldiretti – in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato. Ma ci sono tanti che – conclude – hanno acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e avviare piccole attività produttive, dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello dei cavalli. Ma non manca neppure chi ha approfittato dell’opportunità messa a disposizione dagli enti locali che da nord a sud dell’Italia organizzano e affittano veri e propri orti urbani che – sottolinea Coldiretti – registrano una crescita del 18,5% in cinque anni superando i 2,1 milioni di metri quadrati secondo l’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat al 2019.
“La crescita degli orti urbani in Italia – sottolinea la Coldiretti – ha riguardato soprattutto il Nord con l’Emilia Romagna che guida la classifica delle regioni ‘urban farmers’ con il 35% di tutti gli orti pubblici a livello nazionale per oltre 739mila metri quadrati, seguita dalla Lombardia con il 9,7% e più di 204mila metri quadrati e dalla Toscana con l’8,3% e più di 176mila metri quadrati. Nella “top five” regionale entrano anche il Veneto con l’8,1% e 171mila metri quadrati e il Piemonte con il 7,7% e oltre 161mila metri quadrati. Fra le regioni del centro Italia la leadership spetta alle Marche con più di 142mila metri quadrati, con alle spalle Umbria e Lazio. Mentre al sud la classifica è guidata dalla Campania rappresentata dagli oltre 116mila metri quadrati di Napoli seguita da Sicilia, Sardegna e Calabria”. Ma a disposizione degli hobby farmers c’è anche la “guerrilla gardening2 con la conquista non violenta e borderline di spazi di terreno abbandonati, il più delle volte pubblici che vengono abbelliti con piante e fiori oppure coltivati con verdure e ortaggi nelle aree pubbliche.