MANTOVA – Il Circolo “La Rovere” compie 70 anni. Un traguardo importante che sarà festeggiato domani sera dai soci a Villa Schiarino di Porto Mantovano. Per l’occasione sarà presentato anche il libro che racconta l’ultima parte della storia del sodalizio cittadino e che si pone in continuità nel racconto con quelli dati alle stampe nel 2005
E’ l’attuale presidente del Circolo Sandro Signorini a riassumere i 70 anni de La Rovere in un racconto appasionato che intreccia volti, luoghi, curiosità e aneddoti.
LA NASCITA DE “LA ROVERE”
In una nebbiosa e umida serata del novembre del 1953, in casa del Cavallier Nino Carbonieri, un gruppo di Soci dello storico Circolo Cittadino di Corso Umberto I°, si riuniva per dar vita ad un nuovo sodalizio che interpretasse le nascenti aspirazioni della società uscita dalla guerra e proiettata verso il boom economico dei mitici anni ‘60. Gli alfieri di questa esigenza erano esponenti della borghesia mantovana, coetanei e in prevalenza professionisti: Giuseppe Nuvolari, Marco de Marchi, Antonio Fario, Alessandro Nicolini, Enzo Mastruzzi, Ludovico Castiglioni, Eros Benedini, Franco Marenghi e Gianfranco Corbetta Dall’Argine. A quella prima riunione ne seguiva una seconda in casa Nuvolari, in Palazzo Barbetta, dove veniva redatto lo Statuto e fissata la quota di adesione annua in lire 10.000 e la sede individuata in Palazzo Scalori, storica dimora del prof. Ugo, Sindaco di Mantova dal 1901 al 1906, Parlamentare, Sottosegretario di Governo e Senatore del Regno. Il salone centrale veniva destinato alle serate danzanti e agli eventi culturali mentre tre salette si decideva di destinarle ai tavoli da gioco. Completavano la sistemazione logistica, la sala ristorante e quella della caffetteria, Primo Presidente Gianfranco Corbetta e vice Giuseppe Nuvolari. Il nome del nuovo Circolo veniva proposto da Alessandro Nicolini: la sede in Palazzo Scalori era nell’antica contrada gonzaghesca de “La Rovere” e così si decideva di denominare il nuovo Circolo, “La Rovere”.
Per ufficializzarne la nascita, la sera del 18 dicembre 1954, si tenne un’elegante Cena con Ballo alla presenza di Autorità, Invitati e neo Soci. Assente per impegni di lavoro, il Presidente Gianfranco Corbetta, fu Giuseppe Nuvolari a precisare nel discorso ufficiale di accoglienza, che:“scopo unico e ben definito del Circolo, quello di offrire ai soci un confortevole luogo di incontro, finalizzato ad una attività culturale ed artistica elevata ed intensa, tale da sconfinare il più spesso possibile dal ristretto campo del sodalizio, per assumere un vero e proprio interesse cittadino. Sarebbe del tutto arbitrario attribuire a questa nostra istituzione un qualsiasi proposito di orientamenti ideologici o di atteggiamenti comunque polemici.”
Lo ascoltavano il Prefetto Joannin, il Sindaco Rea, il Questore Palumbo Vargas e il Comandante dei Carabinieri Te. Col. Salomone.
I PRIMI ANNI
Le adesioni della borghesia mantovana furono immediate e numerose. Molti gli avvocati: Arnaldo Bellini, Antonio Fario, Emilio Fario, Alessandro Nicolini, Alberto Scalori, Gianguido Furnari, Giorgio Fontolan, Francesco Buzzacchi, Luigi Pescasio, Giovanni Silvetti, e Ettore Ruberti, ma molti anche i medici: Eros Benedini, Franco Dotti, Giulio Bartolozzi, Giorgio Giorgi, Francesco Maccabruni, Arturo Zanella, Carlo Facchinetti, Pietro Poltronieri e Francesco Raboni e poi l’ingegner Andrea Angeli, l’agronomo Giulio Marocchi, il perito agrario Antonio Carbonieri, il giornalista Giuseppe Amadei, il farmacista Carlo Cantoni. Numerosi gli imprenditori, tra i quali: Marco de Marchi, Giulio Pauletti, Franco Lanzoni, Adriano Nuvolari, Rinaldo Nuvolari, Franco Azzini, Giacomo Azzali, Ermes Barsoni, Cesare Veneziani e Alessandro Grossi. Aderirono anche, presentando i loro crediti araldici, ideali eredi del Circolo dei Nobili, il conte Ludovico Castiglioni, il marchese Benedetto Sordi, il conte Sebastiano Venier, il conte Giulio Sacramoso e il marchese Luigi Capilupi.
Il Circolo La Rovere rimaneva nella originaria sede di Palazzo Scalori solo due anni (1954-1956) in quanto, nell’autunno del ‘56 si rendeva necessario, per il costante aumento dei Soci e la frequenza degli eventi culturali e mondani, il reperimento di una nuova sede che veniva trovata al numero 14 di via Giovanni Marangoni, piano nobile di Palazzo dei Conti Lanzoni. Adattamenti e restauri furono affidati all’architetto Enzo Mastruzzi e al Presidente Giuseppe Nuvolari, succeduto a Gianfranco Corbetta. Ad attestare la grande attività del nuovo sodalizio, basta ricordare che nel solo periodo dal ‘54 al ‘59 il Circolo ospitatava ben 55 concerti di musica classica e operistica anche in collaborazione con la Giuventù Musicale e con la Dante Alighieri.
Luciano Mercatali, Ettore Campogalliani, Riccardo Malipiero, Giulio Confalonieri, Anita Turner Butler, Pina Schettino Bruno, Alda Borelli Morgan, la Corale Pettorelli, Romano Mussolini, e tantissimi altri interpreti si esibirono nelle sale del Circolo in serate affollatissime e memorabili. Era, allora come oggi, lo “stile La Rovere” così come riportato dal cronista della Gazzetta di Mantova: “ Il benemerito sodalizio mantovano è sempre presente laddove vi siano da difendere e celebrare i genuini valori della cultura”.
LIBERO ACCESSO ALLE DONNE
E’ altresì motivo di orgoglio ricordare che il Circolo La Rovere, fra i primi in Italia, stabiliva nello Statuto, il libero accesso alle donne, le quali aderirono prontamente, con entusiasmo. Tra le prime Anna Maria Nuvolari, Rina Nuvolari Marocchi, Assunta Assunto Raspanti, Franca Veneri, Anita Ricca Marocchi, Gianna Novellini, Anna Maria Carbonieri, Vera Gobbio Casali, Gianna Provasoli Ghirardini e Gemma Cotifava. Di quegli anni non possiamo dimenticare Ettore Campogalliani che nelle sale del Circolo aveva commemorato Claudio Monteverdi nel 350° dell’Orfeo, Aldo Signoretti che in ogni occasione curava le scenografie degli eventi e Rodolfo Stranieri, riferimento culturale di alto prestigio. Sarebbe in seguito toccato al Presidente Tino Protti celebrare le nozze d’argento, i primi 25 anni di attività del Circolo, con una serata di gala sabato 15 dicembre 1979. Nell’occasione Giuseppe Nuvolari ripercorreva i momenti più significativi dell’attività sociale: “ Abbiamo perso in questi splendidi 25 anni molti cari amici, ma abbiamo appeso all’ingresso del Circolo, tanti nastri azzurri e rosa, com’è avvenuto in tutte le nostre case. E’ il Circolo la nostra seconda casa. Amiamolo e facciamo in modo che questa Rovere, questa quercia, diventi sempre più florida per la gioia dei nostri figli e dei nostri nipoti.”
DAGLI ANNI ’60 AL NUOVO MILLENNIO
Giuseppe Nuvolari si dimetteva nel febbraio del 1961 e alla Presidenza fu chiamato il conte Ludovico Castiglioni e nel 1964 il marchese Cesare Ferrero de’ Gubernatis Ventimiglia. La borghesia professionale tornava a reggere il Circolo nel 1966 con l’avvocato Alessandro Nicolini a cui seguiva la seconda investitura per Giuseppe Nuvolari nel 1972 e quindi la duplice legislatura del prof. Eros Benedini (nel 1968 e nel 1985). Nel 1969 durante una cena alla trattoria “Alla Torretta” in vicolo Leon d’oro, davanti ad un risotto alla pilota di mamma Rina e del giovane Gaetano Martini, era nel frattempo nata l’idea, proposta da Eros Benedini, di creare il “Premio La Rovere” per dare visibilità ai mantovani che avevano contribuito a divulgare Mantova nel firmamento della cultura e dello sport. Ma trasferiamoci ora nelle sale di Palazzo Lanzoni e in particolare nel salottino antistante il bar. Certo il termine “bar” non è appropriato perchè ricorda qualche cosa di freddo, di impersonale, di anonimo, mentre nel Circolo era un angolo elegante, raffinato e caldo dove ci piace ricordare Isontino Cervi, Giorgio Cucchiari, Teo Teodori e “Ruge Pezzini, che conversano amabilmente dopo aver sorseggiato un Campari con Francesco Maccabruni, Marisa Bonfanti, Carla Dotti e Bona Mastruzzi .
Il nobile e signorile scalone, il raffinato salone delle feste, la riservata sala dell’asino, la famigliare cucina grande, la sala del biliardo, l’accogliente sala del caminetto, come quella del ramino e quella ristorante, rimarranno nel ricordo di tutti i soci.
Ecco Rosita Dugoni che avvinghiata al termosifone in ghisa crea e organizza i tavoli del ramino, nella saletta riservata dell’Asino, così chiamata per un quadro raffigurante una splendida testa del quadrupede, Gigi Frezza aspetta, fumando una sigaretta dopo l’altra, gli amici del poker, ecco il Presidente Nuvolari che in ogni occasione di gala riceve ospiti e soci in smoking, mentre ancora sembra di udire, in lontananza, le recriminazioni della Signora Ghirardini ad ogni giocata del ramino. Ecco gli amici della “peppa” che si presentano al Circolo solo dopo la mezzanotte, con Alberto Ruberti che non riesce a darsi pace per non averne mai vinto una in vita sua. Ecco monsieur Pinì che ogni volta che viene al Circolo offre cena e champagne a tutti i presenti, e il conte Venier che, perdente nato, sostiene di saper giocare a poker ma di essere sfortunato. Ecco Romano Freddi che si lamenta con Erio e pretende il ghiaccio dentro la bottiglia dell’acqua minerale, e Sandro Signorini che presentando al pubblico il maestro d’orchestra Corna in un concerto, lo chiama Bicorna. Ecco le signore del ramino che ordinano una mezza porzione di spaghetti, però abbondante. Ecco Eros Benedini che, smessi gli abiti da primario ospedaliero, in cucina aiuta a pelare le patate. Ecco la sfida a duello lanciata nel corso di una serata di gala dal Marchese De Marchi ad Antonio Fario, davanti a un invitante e strepitoso “Monte Bianco” preparato da Loredana ed Erio. Ecco le sfide a boccette tra Rangoni e Gandellini, e poi …43 anni di eventi culturali e mondani ma soprattutto 43 anni di giornaliera frequentazione amicale. Sbirciando nell’album dei ricordi, rivediamo la serata di gala con gli Ufficiali del 4° Stormo di Villafranca e la presenza come Ospiti della nobiltà scaligera che frequentava il Circolo, con i Perez, i Rizzardi, i Guarienti, e i Sacramoso. Fra i tantissimi incontri culturali, ricordiamo quelli con Giovanni Spadolini, Riccardo Bacchelli, Alberto Latuada, Gianni Granzotto, Luigi Barzini, Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giovanni Nuvoletti, Maria Bellonci, Roberto Gervaso, Paola Borboni, Giandrea Gavazzeni, Franca Valeri, Dino Villani, Wally Toscanini, Alfredo Pigna, Beppe Menegatti, Carla Fracci, Alberto Bevilacqua. Alcuni appuntamenti fissi restano ancora fissati nella memoria collettiva: la risottata per Santa Caterina, la castagnata di San Martino, i veglioni di Carnevale e di Capodanno, Santa Lucia, i Cabaret e le cene in cucina con il camino padronale acceso, il profumo degli arrosti e l’allegria della tavolata. E come dimenticare Loredana ed Erio i gestori del Circolo e del ristorante interno, sempre presenti e disponibili, senza orari dalle 2 del pomeriggio alle prime luci dell’alba.
GLI ANNI 2000, LE DIFFICOLTA’ E LA RINASCITA DEL CIRCOLO
Come detto, la sede del Circolo rimaneva in Palazzo Lanzoni al 14 di via Marangoni per ben 43 anni fino al 1999 anno in cui il Presidente Franco Freddi con scelta mirabile la trasferiva in Palazzo Magnaguti in via Giulio Romano nella storica dimora gentilizia del conte Alessandro ( 1887-1966 ) uomo di cultura e famoso numismatico, per disponibilità della contessa Zena Peruzzi De Medici Roberti Magnaguti che concedeva l’uso del Palazzo al Circolo per una personale amicizia e stima nei confronti del Presidente Franco Freddi. E la storia del Circolo continuava nello stile di sempre fra serate di gala, presentazione di libri, cene e momenti di intrattenimento animati dalla frequentazione giornaliera di almeno un centinaio di soci. Nel 2005, in occasione del “Cinquantesimo” il Presidente Carlo Scardovelli ha dato alle stampe con veste tipografica importante, due libri: “La Rovere: una storia mantovana” scritto da Renzo Dall’Ara e “Palazzo Magnaguti” scritto da Rodolfo Signorini, pubblicazioni che tracciano la storia e le numerose attività culturali e ricreative del Circolo, sempre molto attivo e attento ai mutamenti sociali e alla cultura di casa nostra. Per il periodo dal 1954 al 2005 si rimanda quindi alla lettura dei due testi indicati.
Scrive Renzo Dall’Ara “Quella sera del dicembre 1954, non erano quattro amici al bar,come nella canzone di Gino Paoli, ma qualcuno in più e in una casa storica della città. L’idea che li riuniva era di trovare un luogo dove con tanti altri amici, poter stare insieme, nelle ore libere. Nasceva il Circolo La Rovere e metteva radici in un terreno fertile di amicizia, di piacere della conversazione, di occasioni culturali, di gioco, di momenti conviviali e di divertimento. La quercia, la rovere, si sa ha lunga vita e all’alba del primo cinquantennio, Il Circolo La Rovere, inizia la sua seconda giovinezza. Una storia tutta mantovana, che vale la pena di raccontare, di conoscere e magari, di rivivere.”
La Presidenza attenta e illuminata del dott. Carlo Scardovelli si concludeva dopo 8 anni, con le sue improvvise e inattese dimissioni irrevocabili, ratificate nell’Assemblea del 4 marzo 2011, che attestava la solidità economica del Circolo pur in presenza di un vistoso calo dei Soci, solo 67.
A norma di Statuto, gli succedeva il vice presidente in carica Avv. Sandro Signorini che ottenuta la fiducia dall’Assemblea, si trovava a gestire il Circolo con un rinnovato Consiglio Direttivo che affrontava la realtà di una mutata fruizione sociale dei Circoli, anche a livello nazionale, e si misurava con la significativa diminuzione dei Soci, già ratifica nel bilancio al 31 dicembre del 2010, con l’aumento considerevole delle spese ordinarie di gestione e con il venir meno dell’attrazione verso un luogo di socialità, superato ormai dai tempi. Nonostante tutto ciò, tutte le attività peculiari del Circolo, venivano mantenute e restavano immutate, ivi comprese il Circolo del Burraco, la scuola di ballo interna, le serate culturali, e gli eventi mondani. Si giungeva così, all’anno 2012, anno cruciale per il verificarsi di tre fatti molto importanti con ricadute altrettanto significative per la vita stessa del Circolo: la disdetta per finita locazione della sede sociale di Palazzo Magnaguti, da parte della proprietà; il terremoto del 20-29 maggio che danneggiava irrimediabilmente il tetto e i soffitti delle sale del Circolo; la morte improvvisa del gestore ed amico Ciro Cortellazzi. Dopo aver relazionato i Soci sulla pesante situazione venutasi a creare, il Presidente Sandro Signorini convocava presso l’Hotel Rechigi un’assemblea per il 27 ottobre 2012 con all’ordine del giorno la liquidazione e la chiusura definitiva del Circolo.
Il ricordo di quell’assemblea è incancellabile. Il Presidente Signorini pur riaffermando la necessità incombente di lasciare la sede di Palazzo Magnaguti, proponeva di non far morire il Circolo ma di renderlo più snello, senza una sede fissa e continuando tutte le attività. I 46 Soci rimasti, respingevano l’ordine del giorno, aderendo al progetto di ricostruzione del Circolo su nuove basi, proposto dal Presidente e dal 27 ottobre 2012 iniziava la storia che andiamo a raccontare. Una storia che dopo 12 anni vede il Circolo La Rovere ancora vivo e operante con oltre 1000 eventi culturali e ricreativi organizzati, con oltre 80 Soci e pronto a festeggiare i suoi primi 70 anni.