GAZOLDO DEGLI IPPOLITI – Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo, Gazoldo degli Ippoliti ricorda don Emilio Donelli, “un prete nella Resistenza”, come sottolinea la locandina dell’evento previsto alle ore 17, nella chiesa parrocchiale.
Qui la figura e l’attività del sacerdote saranno presentate da don Giovanni Telò, docente di Storia della Chiesa all’Istituto superiore di Scienze religiose di Mantova, uno degli storici che più ha approfondito la storia della Resistenza nel Mantovano, con particolari studi su che vide i preti protagonisti. L’incontro è organizzato dall’Associazione Postumia.
Con l’aiuto di documenti inediti, scoperti di recente, Telò ricostruirà l’impegno di don Emilio Donelli, nato a Gazoldo nel 1914 e morto nel 1982. Sacerdote dal 1938, nella primavera del 1944 collabora con il parroco di Sacchetta di Sustinente, don Alceste Rossetti, a far fuggire numerose persone oltre il fiume Po. Per questo procura dei documenti falsi.
Il 30 giugno 1944, a Gazoldo, organizza un distaccamento delle Fiamme verdi, ovvero dei partigiani cattolici. Pubblica un giornale clandestino dal titolo “Fiamma”, assiste le famiglie dei soldati sbandati, predispone azioni di sabotaggio. E, quasi a coronamento del suo impegno, il 13 maggio 1945 invita don Primo Mazzolari, il coraggioso parroco antifascista di Bozzolo, a parlare a Gazoldo.
Furono una ventina i sacerdoti mantovani che presero parte alla Resistenza su un totale di trecento in una Diocesi guidata da un vescovo come Domenico Menna di chiare simpatie fasciste- ha avuto modo di spiegare don Telò in precedenti conferenze – Non tutti i sacerdoti furono impegnati con la Resistenza armata”.
A far capire cosa rappresentò l’antifascismo tra i preti mantovani basti pensare comunque che il Cln, il Comitato di Liberazione nazionale a Mantova si costituì il 7 luglio 1944 nella casa di un prete, don Costante Berselli che rappresentava la neonata Democrazia Cristiana. Al Cln vi aderirono tutti i partiti antifascisti, dalla stessa Dc al Pci, dal Psi al Pli. Don Berselli, pochi giorni dopo, il 2 agosto, venne arrestato mentre nella chiesa di San Gervasio e Protasio utilizzava una ricetrasmittente per trasmettere al comando alleato di Bari notizie sugli spostamenti dei tedeschi. Venne inviato a Dachau, da dove fece ritorno alla fine della guerra. Con lui c’era anche don Aldo Porcelli che invece riuscì a fuggire.
A Gazoldo, al termine della conferenza di don Telò, verrà proposto lo “Stabat Mater”, composizione sacra di Giovanni Battista Pergolesi (1736), con Katerina Kotsou (soprano), Anna Malavasi (mezzosoprano) e Samanta Chieffallo (organo). La presentazione sarà a cura da Anna Giraldo. Ingresso gratuito.