50 anni dopo… continuiamo a chiamarlo Trinità

Tutto ebbe inizio cinquant’anni fa. Perché se è vero che il loro straordinario sodalizio professionale comincia con la trilogia di Giuseppe Colizzi (“Dio perdona… Io no!”, 1967, “I quattro dell’Ave Maria”, 1968, “La collina degli stivali”, 1969), è nel 1970 con “Lo chiamavano Trinità…” – regia di E.B. Clucher, alias Enzo Barboni – che Bud Spencer (Carlo Pedersoli) e Terence Hill (Mario Girotti) si affermano a livello prima europeo e poi mondiale. Napoletano il primo (ma entrambi i genitori erano di origine bresciana), classe 1929, già campione nazionale di nuoto; veneziano il secondo (ma cresciuto tra la Sassonia, con i nonni materni, e l’Umbria, regione del padre), classe 1939. Spencer e Hill, ovvero il gigante burbero ma dal cuore d’oro e l’avventuriero scaltro e belloccio. Il primo passo nella leggenda è l’esilarante parodia del genere spaghetti western, dove i nostri recitano nella parte di due fratelli, Bambino e Trinità (rispettivamente mano sinistra e mano destra del Diavolo), che si ritrovano a proteggere un gruppo di pacifici coloni mormoni dalle mire di un Maggiore senza scrupoli e dei suoi uomini.

SUCCESSO IMMEDIATO

Nelle sale italiane il film uscì il 22 dicembre 1970 e fu immediatamente un successo. Lo chiamavano Trinità… portò al cinema quasi 9 milioni di persone, con un incasso totale di oltre 3 miliardi di lire: circa 27 milioni di euro attuali. Il successo del film non si limitò alle sale cinematografiche. Vent’anni dopo la sua distribuzione in sala, il film fu ancora capace di raccogliere davanti alla televisione oltre 12 milioni di spettatori in prima serata, nonostante non fosse la prima volta che veniva trasmesso sul piccolo schermo. Una pellicola senza tempo, ancora oggi seguitissima nelle innumerevoli repliche che da allora si susseguono sulle reti tv.

CURIOSITA’

 Tutti abbiamo visto almeno una volta – o decine – Lo chiamavano Trinità… Tuttavia qualche curiosità sulla pellicola che consacrò i due attori, rendendoli una delle coppie cinematografiche più amate di sempre, è sconosciuta ai più.

LA LOCATION  Gran parte delle riprese sono state realizzate a Campo Imperatore, altopiano del Gran Sasso, luogo dove sono stati girati molti film famosi.

LA COLONNA SONORA  Fu affidata a un giovane Franco Micalizzi che aveva alle spalle qualche esperienza come autore di musiche per film, ma che proprio con Lo chiamavano Trinità… ottenne il suo primo e più grande successo in Italia e all’estero. Il tema principale del film fu affidato all’originale voce di Annibale Giannarelli, italo-australiano dotato di una potente voce che ricordava vagamente quella di Tom Jones. Il fischio invece è stato eseguito da Alessandro Alessandroni.

LA SCENA DEI FAGIOLI  Per girare la mitica scena dei fagioli, in cui Trinità si abbuffa da una padella, Terence Hill fu costretto a digiunare per due giorni. Lo stratagemma funzionò e alla fine la scena risultò così realistica che il regista decise di girarla una volta sola.

 FILM CHE NON ANNOIANO MAI

La consacrazione definitiva arriva l’anno successivo con “…continuavano a chiamarlo Trinità”, pellicola italiana più vista di sempre al botteghino. Il tempo di abbandonare il western e incrociare nuovamente il loro mentore, Colizzi, nel 1972 con “Più forte ragazzi!” – la storia di due amici che per intascare i soldi dell’assicurazione progettano di inscenare un disastro aereo – che nel 1974 arriva quello che molti reputano il loro miglior film, “…altrimenti ci arrabbiamo!” diretto da Marcello Fondato e impreziosito dalla musica dei fratelli De Angelis, meglio noti come Oliver Onions, dove per recuperare la loro dune buggy «rigorosamente rossa con cappottina gialla» si improvvisano difensori dei lavoratori di un luna park che uno spregiudicato palazzinaro vorrebbe radere al suolo. Nello stesso anno impersonano due missionari al servizio degli umili in “Porgi l’altra guancia”, quindi nel 1977 si “trasferiscono” in Florida per la prima pellicola in divisa: “I 2 superpiedi quasi piatti”, con i nostri eroi che dopo aver fallito nella carriera da rapinatori si arruolano casualmente in polizia e finiscono per arrestare una banda di narcotrafficanti. Con “Pari e dispari”, 1978, sempre in Florida, stavolta nella parte di due improbabili fratelli riescono a sgominare il business illegale delle scommesse clandestine tra mille peripezie e inseguimenti mozzafiato. Prima e unica apparizione nell’Africa coloniale britannica con “Io sto con gli ippopotami” (1979), manifesto ambientalista costruito nel rispetto della solita formula, se possibile ancor più fanciullesca. “Chi trova un amico, trova un tesoro” del 1981 è probabilmente l’avventura, finita in beffa, che tra le tante vissute dalla coppia ha stuzzicato l’immaginario collettivo in quanto narrante la ricerca forsennata di un tesoro favoloso, nascosto in un’isola deserta dell’Oceano Pacifico. Seguiranno altre quattro pellicole: “Nati con la camicia” (1983), “Non c’è due senza quattro” (1984) – la più riuscita dell’ultimo filone – “Miami Supercops” (1985) e “Botte di Natale” (1994).

MATTEO VINCENZI

 

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