GAZOLDO DEGLI IPPOLITI – Tremila reperti archeologici, selezionati tra quasi 20 mila rinvenuti negli ultimi decenni, raccontano oggi oltre 9 mila anni di storia del territorio dei nove comuni mantovani posti sulla Strada Postumia. È il patrimonio che sarà esposto nel nuovo Museo archeologico “Postumiae Antiquarium” di Gazoldo degli Ippoliti, presentato stamani alla stampa e pronto ad aprire le porte al pubblico domenica 30 marzo.
I reperti provengono da numerosi siti di scavo che abbracciano tutte le principali epoche storiche. Dal Neolitico, con gli scavi Agrimais di Casatico e Levata di Curtatone, passando per l’Età del Bronzo

documentata da Bellanda (scavi 2021-2023) e Ca’ Franchini di Goito, fino ai ritrovamenti celtici di Cerlongo, alle testimonianze dell’età romana di Campitello di Marcaria e Buscoldo di Curtatone, per arrivare ai Longobardi di Corte Panicella a Rivalta. Il museo, allestito all’interno della suggestiva Rocca Palatina, si sviluppa su sei sale espositive disposte su due piani. Al piano terra, la prima sala offre un’introduzione al museo e alla storia delle ricerche, mentre la seconda approfondisce le fasi del Neolitico (antico, medio, recente e finale) e l’Età del Rame. La terza sala è interamente dedicata alla Terramara di Bellanda. Salendo al primo piano, la quarta sala esplora il mondo delle palafitte e dell’Età del Bronzo antico; la quinta si concentra sulla civiltà terramaricola, con reperti dell’Età del Bronzo medio e recente, presentando anche sezioni dedicate al Bronzo finale e all’Età del Ferro. L’ultima sala ripercorre infine le epoche romana, medievale e rinascimentale.

Alla presentazione ufficiale, il sindaco di Gazoldo, Claudio Pedrollo, ha sottolineato “l’impegno per garantire l’accessibilità del museo, uno dei pochi della zona pienamente fruibile anche da persone con disabilità, grazie a specifiche strumentazioni”. Pedrollo ha inoltre annunciato l’imminente realizzazione di un ascensore per ampliare ulteriormente l’accessibilità, elogiando “la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi per la rapidità e l’efficacia nell’allestimento, pienamente nei tempi previsti dal Pnrr”.
Il museo ha infatti beneficiato dei fondi NextGeneration-EU destinati alla valorizzazione del patrimonio culturale e all’eliminazione delle barriere fisiche e cognitive, per favorire un accesso più ampio e inclusivo.
A tal proposito, proprio il soprintendente Gabriele Barucca, ha spiegato che “è già stata inidviduata la posizione per l’ascensore” e ha auspicato poi che “l’esperienza museale di Gazoldo possa aprirsi anche ai giovani, sia quelli italiani sia ai tanti di origine straniera che risiedono nelle campagne intorno al paese”.
Il progetto e l’allestimento sono stati curati dal Conservatore del Museo Iames Tirabassi il quale ha ringraziato i tanti che si sono adoperati per la sua realizzazione e ha sottolineato come “questa sia solo una prima tappa di un lungo percorso che contemplerà restauri, nuovi inserimenti, studio dei reperti inediti, catalogo”.
Un contributo fondamentale alla realizzazione del progetto è arrivato dall’Associazione Postumia, guidata dal coordinatore Nanni Rossi che ha ricordato come quest’anno la Rocca Palatina compia 350 anni. In questa occasione, l’Associazione ha voluto intitolare quattro delle sei sale a figure significative per il territorio: la Sala di Bellanda è dedicata a Bruno Francescon. La famiglia Francescon ha concesso infatti i terreni di cui è proprietaria per le campagne di scavi archeologici. La seconda è intitolata al patriota risorgimentale Renato Gerola, primo sindaco di Gazoldo italiana nel 1861; la terza a Mario Pavesi perchè grazie alla sua donazione di palazzo Cavallara/Pavesi a Piubega si era potuto costituire il primo nucleo del museo poi approdato a Gazoldo; la quarta all’archeologa e docente Maria Teresa Grassi che ha contribuito alla crescita degli studi sul territorio.
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