MANTOVA – Terza serata in giardino dedicata a Marco Polo (1271-1295) nel settecentesimo anniversario della sua morte. “I domenicani e i Mongoli, ideali e incidenti di percorso”: questo il tema dell’appuntamento che si terrà venerdì 30 agosto alle 21 a Casa Andreasi. Relatore dell’incontro sarà il professor Alberto Casella docente di Teologia all’Università Cattolica di Milano.
Il legame tra Marco Polo e i domenicani veneziani è stato particolarmente fecondo non solo dal punto di vista biografico, ma anche da quello testuale. Insieme a loro, infatti, il Viaggiatore procedette a una revisione in latino del Milione che riporta delle aggiunte e delle novità contenutistiche rispetto alla versione originale redatta a Genova, divenendo poi anche un riferimento preciso per le missioni che Domenicani e Francescani andavano fondando in Oriente.
All’interno dei progetti di evangelizzazione dei Mongoli si inserisce anche la creazione di una serie di diocesi nell’Ilkhanato di Persia, ovvero in quelle terre dell’Asia Centro-Occidentale finite sotto il controllo di una delle linee di discendenza di Genghis Khan.
L’arcidiocesi di Soltanyeh e le sue suffraganee (1318) vennero affidate ai frati predicatori, in particolar modo italiani. Fra essi vi era fra Bartolomeo de Podio da Bologna, detto il Piccolo, teologo, eletto vescovo di Maragha, una delle capitali della corte ilkhanale che aveva conservato una ancestrale itineranza. La predicazione ai Mongoli e Persiani non ebbe successo, mentre attirò l’interesse di alcuni monaci armeni. Questo spinse Bartolomeo a trasferirsi presso di loro, nella regione del Nakchivan nel Caucaso. Qui sorse una fiorente congregazione di frati armeni che adottò abito e costituzioni domenicane e sistema di studio tomista, i Fratres Unitores, dedita a fomentare l’unione con la Chiesa di Roma.
La Peste Nera e l’invasione di Tamerlano provocarono la quasi totale scomparsa delle missioni domenicane in Persia e Asia Centrale, tranne quella nel Caucaso che sopravvisse e prosperò con caratteri peculiari di interculturalità (anzi di interculturazione) fino a divenire, nel 1595, una vera e propria provincia dell’Ordine dei Predicatori. Questa, con alterne vicende e incomprensioni con i missionari italiani, sopravviverà sino al 1780, quando sarà spazzata via dalle guerre ottomano-persiane, provocando l’esodo di migliaia di armeni che, guidati dai frati domenicani, ripararono a Izmir, ricreando una comunità armeno cattolica.
L’incontro è aperto a tutti.
Info: Casa Andreasi – tel. 0376.322297 345.1539547 casandreasi@virgilio.it