Anpi e Arci ricordano il partigiano Giuseppe Foroni con una targa a Governolo

L'Arci Galliano

GOVERNOLO (RONCOFERRARO) – Una targa in memoria del partigiano Giuseppe Foroni: la cerimonia domenica 27 aprile alle ore 19 a Governolo, suo paese natale, presso l’Arci Galliano. L’iniziativa rientra nel progetto “Adotta la storia partigiana”, promosso da Anpi Mantova e Arci Mantova in occasione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

All’evento saranno presenti i familiari di Foroni e Luigi Benevelli, storico esponente dell’Anpi mantovana, per ricordare una figura che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per la libertà, la giustizia sociale e i diritti delle persone più fragili.

Giuseppe Foroni (1920-1997) figlio di un bracciante, visse a Governolo fino al 1966. Durante il fascismo si avvicinò alla politica con una forte spinta ideale, e fu partigiano attivo durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la Liberazione militò nel PCI mantovano, divenendo un punto di riferimento delle lotte contadine contro i grandi proprietari terrieri: per questo impegno fu anche arrestato e incarcerato per due mesi.

Ma Foroni fu anche un uomo di cultura e iniziativa popolare. Nel 1950 fu tra i principali organizzatori dello storico Carnevale di Governolo, che in quell’anno presentò carri allegorici apertamente politici, ironizzando sul Piano Marshall e criticando la repressione poliziesca del ministro Scelba.

Negli anni Sessanta lavorò come bracciante presso una proprietà dell’ex manicomio di Mantova, poi si diplomò e si formò come infermiere. In quella fase si batté per l’applicazione della Legge Basaglia, a fianco dei sindacati, per la chiusura dei manicomi e la diffusione dell’assistenza domiciliare ai pazienti psichiatrici, molto prima che fosse un tema di dibattito pubblico.

La posa della targa sarà seguita da un momento conviviale: per chi vorrà, sarà possibile partecipare a un aperitivo con bevande (alcoliche o analcoliche) e piatti di stuzzichini al costo simbolico di 4 euro.

L’iniziativa non è solo un gesto simbolico, ma un atto concreto di memoria e riconoscimento verso chi ha speso la propria esistenza dalla parte degli ultimi, contro le ingiustizie, per la dignità di tutti.