GRAZIE (CURTATONE) Un viaggio tra i ricordi, le radici e l’identità della provincia italiana: è questo il cuore pulsante del libro del giornalista mantovano e scrittore Fabrizio Binacchi, “Piccoli segreti di provincia… nato sotto i salami” (Oligo), presentato giovedì sera alla Fiera delle Grazie, in un incontro-dialogo con la giornalista Antonia Bersellini Baroni. Un evento carico di emozione e partecipazione, in cui la memoria personale si è intrecciata con la cronaca, il dialetto e le suggestioni dei luoghi più nascosti e sinceri del nostro Paese.
Binacchi, volto storico del giornalismo Rai, parte da un aneddoto tanto singolare quanto emblematico: “Sono nato sotto i salami, nel senso letterale”, racconta sorridendo. “Era il 27 dicembre, e nella casa di campagna si faceva il maiale. Pare che una goccia di unto mi sia caduta sul naso: un vero battesimo”. Da qui prende vita un libro che restituisce tutta la forza evocativa della provincia, fatta di borghi, dialetti, tradizioni, ma anche di storie universali. La narrazione non si ferma però ai confini rurali: anche le grandi città hanno le loro “provincie interiori”, angoli di autenticità resistenti al tempo. Alcuni borghi a Roma, i Navigli a Milano, Posillipo a Napoli: luoghi che, secondo Binacchi, conservano quell’intimità relazionale che spesso le metropoli perdono.
Il libro è diviso in due parti: la prima dedicata ai luoghi, la seconda alle persone. Dai viaggi con il padre lungo il Po, “che cura le croste”, fino ai ricordi legati a Bozzolo, terra di don Primo Mazzolari, e alla figura del cardinale Carlo Maria Martini, autore della celebre ‘Lettera del Lembo del Mantello’, che l’autore interpreta anche come metafora della provincia, dei suoi margini e della sua profondità. Non mancano riflessioni pungenti e ironiche: nella parte finale, Binacchi mette a confronto Pavia e Mantova, definite entrambe “province estreme”. Ma secondo lui, Pavia ha avuto una fortuna in più: essere a un’ora da Milano. Mantova, invece, ne resta ancora a due e passa. “Per questo – scherza – gli 883 sono nati a Pavia: se fossero stati mantovani, il tempo di arrivare a Milano il disco sarebbe già stato perso!”.
A chiudere l’incontro di giovedì scorso, il richiamo al valore contemporaneo della provincia, e un omaggio a Grazie dove proprio la provincia si fa luogo dell’anima. Un invito quello di Binacchi a guardare con occhi nuovi ciò che troppo spesso si considera marginale, ma che continua a raccontare – con semplicità e dignità – l’anima più vera del Paese.