Durazzo celebra Gianni Bellesia: in mostra le immagini del suo viaggio umanitario del 1994

Nel gennaio del 1994 il fotografo mantovano Gianni Bellesia, e padre Sebastiano Bernardini, vulcanico frate pavullese, partirono insieme per un viaggio straordinario: dall’Italia all’Albania, allora stremata dal crollo del regime comunista e ancora in cerca di un futuro.
Con loro un tir carico di aiuti umanitari e il Presepe Itinerante, simbolo di pace e rinascita. Quel convoglio portava viveri, medicine, conforto — ma anche un messaggio più grande: la speranza che la solidarietà potesse ricostruire un popolo ferito.
A trent’anni di distanza, quelle immagini e quei ricordi tornano a parlare attraverso la mostra fotografica “Albania 1994… un popolo in cammino”, che Gianni Bellesia ha presentato al Centro Culturale Internazionale di Durazzo, insieme all’Ambasciatore della Nazione Albanese nel mondo Petrit Kozeli.

Un viaggio di fede, dolore e speranza

L’esposizione, inaugurata lo scorso 3 ottobre davanti a oltre duecento persone tra autorità, artisti, giornalisti e cittadini, raccoglie quaranta fotografie scattate da Bellesia in quei giorni. Volti di uomini, donne e bambini che camminano tra le macerie della storia, ma con la dignità di chi non smette di guardare avanti.
Accanto alle foto, anche i video del giornalista modenese Massimiliano Rannellucci, che documentano il viaggio e la missione di quel gruppo di volontari guidato da padre Sebastiano.
La mostra, curata e allestita con grande sensibilità dallo stesso Kozeli – ex fotografo ufficiale dello Stato albanese  – è diventata un potente racconto visivo di fede, umanità e memoria. «Ogni immagine è una carezza – ha detto un visitatore – guardarle è come tornare a casa».

L’omaggio di Durazzo a Bellesia e al suo messaggio

Il ritorno di Bellesia in Albania è stato accolto con grande emozione e riconoscenza.
Durante l’inaugurazione, il fotografo mantovano ha ricevuto tre importanti onorificenze: attestato di Riconoscenza della Città, consegnato dal Presidente dell’Associazione Autoctona Abdulla Deliallisi e dalla segretaria Edlira Harizi; attestato di Benemerenza – Alla Memoria Cittadina, assegnato dal Foto Club – Unione dei Fotografi di Durazzo, rappresentato dal presidente Palush Jorgji; il prestigioso premio “La Bellezza di Durazzo”, conferito dal vicesindaco Gentian Kallmi per l’impegno nel promuovere l’amicizia tra i popoli. A rendere ancora più significativo l’evento, la presenza della Presidente UNICEF Lussemburgo, Zoica Kokoshari, originaria di Durazzo, che ha voluto salutare Bellesia e Kozeli, definendo il loro progetto «un simbolo di solidarietà che non conosce tempo».
Tra i presenti anche la direttrice della Biblioteca di Durazzo, Mirela Ylli, e i giovani artisti Griseld Hoxha e Pano Ceka, che avevano già esposto a Mantova e che si sono occupati dell’organizzazione della mostra al fianco di Kozeli.

Dal ricordo alla cooperazione: il ponte tra Durazzo e Mantova

L’evento non è stato solo un momento di memoria, ma anche di futuro.
Nel corso dell’inaugurazione è stato annunciato un nuovo progetto di cooperazione internazionale: il gemellaggio tra l’Ospedale di Durazzo e quello di Mantova, un’idea nata da Kozeli e sostenuta da Bellesia, accolta con entusiasmo dal direttore dell’ospedale albanese Renis Mullaj. Un’iniziativa che segue l’esempio del recente gemellaggio tra il Porto di Valdaro e il Porto di Durazzo, e che mira a costruire collaborazioni in ambito sanitario, formativo e culturale. La mostra ha avuto grande risonanza sui media albanesi, con servizi e interviste trasmessi da televisioni, radio e giornali nazionali, tra cui Rtsh (Rai1 1 Albania), che hanno definito il ritorno di Bellesia “un evento capace di risvegliare ricordi, emozioni e legami che il tempo non ha cancellato”.
Trent’anni dopo, quelle fotografie raccontano ancora la stessa storia: quella di un popolo in cammino e di un viaggio che, da Mantova a Durazzo, continua a costruire ponti di pace.