BOZZOLO – La “tre giorni mazzolariana” ha preso il via ieri con tanti appuntamenti tra cui uno davvero d’accezione: la proiezione, presso la Casa della gioventù, del film di Ermanno Olmi su don Mazzolari del 1967, la cui visione fu interdetta per molti anni dalla Rai a causa di alcune prese di posizione di don Primo contro il fascismo. “Il film censurato e riemerso grazie alla ricerca negli archivi Rai da parte del professor Ennio Chiodi, è stato seguito con grande emozione da una sala gremita. I saluti del professor Stefano Albertini, con excursus storico e del deputato Bruno Tabacci, sono stati calati in un uditorio attento e colpito dalle immagini di vita e di lavoro di molti bozzolesi negli anni cinquanta. Ho ricevuto sollecitazioni perché la Rai provveda a pubblicare ufficialmente il filmato e, nel frattempo, la Fondazione Mazzolari perché valuti la possibilità di diffondere la produzione di grande valore di Ermanno Olmi per quanti vorranno visionare il filmato, che, si assicura, di grande effetto e valore” ha dichiarato il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, tra i primi ad intervenire in apertura della quarte edizione della tre giorni dedicata a don Primo.
L’appuntamento di riflessione attorno ai grandi temi affrontati da don Mazzolari durante il suo ministero nella parrocchia mantovana, è stato organizzato dall’associazione Isacco, con il patrocinio del Comune e della Parrocchia, insieme alla Fondazione don Primo Mazzolari e l’Istituto superiore di Scienze religiose San Francesco di Mantova. Tema carrdine “l’avventura del mondo”.
Ad aprire il ciclo di incontri e conferenze, oltre che di proiezioni e spettacoli teatrali e musicali in programma in questo intenso fine settimana, è stato il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, accompagnato dalla presidente di Fondazione Mazzolari Paola Bignardi e appunto dal sindaco Torchio.
“A conclusione dell’assemblea dei vescovi italiani, Papa Francesco ha fatto un discorso molto concreto citando don Primo, che metteva in guardia dai “preti soffocatori di vita” ha dichiarato il vescovo. “Che contrasto quando la nostra vita spegne la vita delle anime. Ci può essere un modo per essere Chiesa che spegne invece di accendere”.
Napolioni ha concluso riprendendo una celebre espressione evangelica “nessuno è profeta in patria”.
“Così è stato don Primo. Troppo poco amato a Bozzolo e a Cremona. Allora grazie ai mantovani che ci aiutano a voler bene a don Primo e a non dimenticarlo, grazie a tanti in Italia che diffondono, leggono, si ispirano… Grazie al Papa. Forse un piccolo mea culpa come bozzolesi e cremonesi dobbiamo farlo. Che la “tre giorni” ci aiuti”.
Dopo i saluti di Paola Bignardi e del sindaco Torchio, protagonisti del pomeriggio sono stati il deputato Bruno Tabacci e Andrea Monda, giornalista e scrittore, direttore de L’Osservatore Romano. Monda, in particolare ha evidenziato i punti di contatto tra Mazzolari e Papa Francesco, entrambi provenienti dalla periferia del mondo. Entrambi spesso rivolti alla poesia. “Senza poesia non c’è fede. Senza poesia l’apostolato muore”: così don Primo.
“Le parole degli scrittori mi hanno aiutato ad approfondire il mio compito anche nel mio attuale ministero perché la parola letteraria è come una spina nel cuore”. Così Papa Francesco lo scorso 27 maggio rivolgendosi a scrittori e artisti. Entrambi convinti antimilitaristi. “La sola risposta alla guerra è la fratellanza”, diceva don Primo. Oltre sessant’anni dopo papa Bergoglio scriverà l’enciclica “Fratelli tutti”.
La giornata di domani domenica 11 giugno si aprirà con la Messa delle 10 presieduta da don don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, oltre che postulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari. Nel pomeriggio alle 17.15, presso la Casa della Gioventù, don Paolo Cugini dialogherà con Stefano Albertini riguardo al tema “Una Chiesa popolo di Dio: inculturata e inclusiva”. Alle 19, il tema dell’educazione sarà sviluppato da Eraldo Affinati in dialogo con Stefania Albertini e don Bruno Bignami che approfondiranno le figure di don Mazzolari e don Milani.