Festivaletteratura, con Fratus nello splendido viaggio tra gli alberi millenari d’Italia

MANTOVA – Se gli alberi potessero parlare avrebbero diverse storie da raccontare. O almeno ci verrebbe da pensare questo, in quanto molti di essi sono presenti sul nostro pianeta da più di mille anni.
Chi invece li osserva con occhio più attento può affermare che ci raccontano ogni giorno la loro storia, ovviamente non a parole ma con i segni che si portano dietro da tutta la loro esistenza. Quello portato da Tiziano Fratus nel primo giorno di Festivaletteratura vuole essere un vero e autentico viaggio attraverso le piante secolari presenti nel nostro Paese, ognuna con un suo trascorso da raccontare. L’autore bergamasco, già ospite del Festival nel 2013, ha presentato il suo libro “Alberodonti d’Italia: cento capolavori della natura”, nonostante non abbia voluto soffermarsi troppo sull’opera in quanto “i veri protagonisti oggi sono loro”, riferendosi appunto agli arbusti secolari.
Come detto si è trattato di un viaggio attorno agli alberi più “antichi” presenti attorno a noi, con Fratus che ha fatto da tramite per raccontare queste storie, come nel caso del Larice bianco della Valmalenco, in Lombardia, tra gli alberi più antichi d’Italia (1007 anni) che, vista la posizione difficile nella quale si è sviluppato, porta i segni delle intemperie e delle nevicate che ha dovuto subire in tutto questo tempo, o del “Castagno dei 100 cavalli”, alle pendici dell’Etna, in Sicilia, la cui età si stima attorno ai 2000 anni (anche se l’autore ha pure aggiunto che dobbiamo ancora migliorare riguardo al calcolo dell’età delle piante). Grande protagonista dell’evento è stato “Italus”, il pino loricato situato nel territorio del Pollino (tra Basilicata e Calabria) denominato “l’albero più antico d’Europa”, titolo a proposito del quale Fratus ha espresso perplessità visto che di anni il pino ne ha 1230,  Ognuno di questi “giganti” immobili ha avuto e sta avendo tutt’ora una vita interessante, facendo fronte anche ad avvenimenti che hanno cambiato la storia dell’umanità, per cui è importante preservare la loro esistenza e fare in modo che possano vivere altrettanti anni di quelli che hanno già vissuto, per continuare a essere testimoni di nuove e importanti vicende.