Gentryportofino, a Milano la nuova collezione SS 2020 del gruppo mantovano Olmar and Myrta

MILANO Una light conversation. Più che un viaggio la nuova collezione SS 2020 di Gentryportofino è un lento cammino, un punto di incontro sul filo di luce che si snoda dal grande nord per farsi abbracciare, inondare dal calore e dai bagliori del Mediterraneo. Se ne è avuta la conferma nei giorni scorsi quando la collezione è stata presentata a Milano nella Sala Fontana del Museo del Novecento, durante la Settimana della moda.
Un lusso ripulito, quasi primitivo quello di Gentry Portofino, brand del gruppo mantovano Olmar and Myrta, che va a rieditare l’heritage della celebre maison di maglieria de luxe rinforzando i suoi canoni estetici, rispolverando i tratti icona del suo patrimonio dagli archivi targati anni ‘90.
Un equilibrio di contrasti che trova la sua espressione nella collezione Spring Summer chiamata non a caso Calore Nordico. Un ossimoro sartoriale che eleva la femminilità: si spazia così tra i contrasti dei tessuti, in un métissage sensoriale con tocchi raw, tra tuniche e macro maglie effetto rete da pesca couture, sinuosi abiti lunghi dai toni bruciati, ma anche jumpsuit terracotta, completi candidi e coat-dress di lino grezzo.
Anche la palette cromatica vira dai toni naturali della terra brulant, della pietra, della roccia erosa dalle onde del Mediterraneo, a quelli glacé dei mari del nord, più freddi, quasi laccati, con l’immancabile gesso, fil rouge di Gentryportofino pronto a spolverare ogni capo, in un incastro tra nuance mat e lucide.
La collezione esalta la nordica indole architettonica con una pacata sensualità  mediterranea che avvolge e stravolge la nuova gestualità femminile, fatta di movimenti sinuosi su tagli shaped con tuniche scolpite su stoffe morbide, pantaloni da macro volumi strutturati, camicie dalle forme scultoree con maniche a sbuffo. Un mescolìo sapiente di micro e macro, di yin e yan, di femmile e maschile, il tutto ovattato, con contorni sfumati e dégradé come il Silent Sun.

 

 

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