Giornata della Memoria: la Campogalliani dà voce ai bambini per raccontare la Shoah

MANTOVA –  Uno spettacolo che, assolutamente fedele alla mission del Giorno della Memoria, e quindi non dimenticare gli orrori e le vittime della Shoah, ma tramandarli soprattutto alle giovani generazioni, è portato in scena proprio dai bambini.
Saranno infatti una decina gli allievi, dagli 8 ai 13 anni, della Scuola di teatro “Campogalliani” che domani e giovedì sera, alle ore 20,45, saliranno sul palco del teatrino D’Arco per portare in scena “Anche i bambini hanno memoria”, lo spettacolo che l’Accademia ha preparato in occasione della ricorrenza del 27 gennaio.
In questa occasione la Campogalliani vuole dare voce ai bambini che sono sopravvissuti alle deportazioni e ai campi di sterminio, facendo raccontare le loro storie. Ecco allora le testimonianze di Tobias, Emerich, Livia, Ruth, Luigi e Liliana, bambini e ragazzi polacchi, tedeschi e italiani, raccontate dai giovani attori.
E poi un brano drammatizzato: un esempio di solidarietà e coraggio raccontato e recitato da attori e allievi della compagnia, “I ragazzi ebrei di Villa Emma di Nonantola” in provincia di Modena.
Subito dopo l’occupazione tedesca semplici cittadini, religiosi e antifascisti sono impegnati a mettere in salvo prigionieri anglo-americani fuggiti dai campi di prigionia di Modena e Fossoli, soldati sfuggiti alla cattura e all’internamento in Germania, renitenti alla leva, e poi famiglie di ebrei destinate alla deportazione nei campi di sterminio.
Una delle esperienze più significative è quella del salvataggio di una settantina di ragazzi ebrei provenienti dalla Germania e dalla Jugoslavia, restano ospitati per un anno a Villa Emma di Nonantola. Dopo l’8 settembre, grazie all’impegno di don Arrigo Beccari e del medico Giuseppe Moreali, vengono nascosti nel Seminario di Nonantola e presso famiglie di contadini e, nel giro di qualche settimana, a piccoli gruppi, tutti i ragazzi sono posti in salvo in Svizzera.
“Lo spettacolo prende spunto per quanto riguarda la prima parte da un discorso fatto dallo storico Frediano Sessi su Luigi Ferri” spiega la regista nonchè direttore artistico della Campogalliani Maria Grazia Bettini.
Luigi, bambino nato in una famiglia mista ebraico-cattolica di origine Fiumana, in quanto battezzato, non viene colpito dalle legge razziali. Dopo la morte del padre vive a Roma con la mamma ma nella primavera del’44 si trova a Fiume dalla nonna paterna per sfuggire ai bombardamenti sulla capitale. Li i due vengono catturati dai tedeschi, Luigi però in quanto “ariano” non è sugli elenchi di coloro che devono essere deportati ma lui, insiste nel voler restare assieme alla nonna ed è così con lei deportato nel campo di concentramento di Auschiwitz. E’ uno dei pochi bambini sopravvissuti ai campi di sterminio. È stato anche uno dei primi testimoni nell’aprile 1945 a parlare dell’esistenza delle camere a gas a Birkenau, in una deposizione ufficiale di fronte ad uno dei primi tribunali internazionali d’inchiesta.
La seconda parte dello spettacolo è dedicata invece alla struggente storia dei 73 ragazzi di Villa Emma, salvi grazie agli abitanti di Nonantola.
Lo spettacolo, già esaurito in entrambe le serate, si avvale della collaborazione della Nuova Scuola di Musica, che suonerà musiche ebraiche dal vivo sul palco. Durante la serata saranno anche proiettati di disegni sull’Olocausto visto dai bambini.