Gli Amici del Virgilio al lavoro per il recupero del patrimonio storico del Liceo di via Ardigò

MANTOVA –  C’è una nuova sinergia culturale tra il Liceo “Virgilio” di Mantova e l’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani. L’iniziativa, sottoscritta dalla Dirigente Scolastica Carmen Giovanna Barbieri, e da Italo Scaietta, presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani ha lo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale e storico della città e del territorio, con specifico riferimento alle collezioni del Gabinetto di Fisica, del Gabinetto di Scienze Naturali e della Specola, prezioso patrimonio storico, scientifico e culturale appartenente al Liceo “Virgilio”. Questa mattina, presso la Sala degli Addottoramenti del Liceo Classico e Linguistico Moderno “Virgilio” è stata presentata l’iniziativa.

La “Delegazione Amici del Virgilio”
Iniziative e attività culturali, ma anche raccolte fondi saranno alla base di questa convenzione che si è concretizzata con la costituzione della “Delegazione Amici del Virgilio”, composta da volontari dell’Associazione, di cui fanno parte, Riccardo Govoni (capo delegazione), Raffaella Bertazzoli, Paola Di Nunzio, Valerio Mori, Aldo Pisani, Andrea Rossi, Paola Somenzi, Katia Tamassia, Dino Zardi e Maria Vittoria Grassi, quest’ultima con la funzione di supporto esterno.
Alla delegazione spetterà il compito di impegnarsi a perseguire iniziative e attività a beneficio del patrimonio culturale e storico scientifico del Liceo promuovendo anche ogni tipo di collaborazione attiva con il Liceo, favorendo il coinvolgimento degli studenti (progetti di PCTO) e dei docenti interessati nelle attività previste, si realizzeranno così eventi culturali aperti al pubblico e gratuiti.

La storia e i beni da valorizzare
I protagonisti dell’istruzione superiore a Mantova sin dalla fine del secolo XVI furono i Gesuiti che, attraverso un insediamento progressivo, partendo da un nucleo nella zona centrale di Mantova, acquisirono degli immobili preesistenti, edificando una chiesa, il collegio, la sacrestia ed infine, tra il 1759 e il 1763, il nuovo, maestoso Palazzo degli Studi. Il palazzo era stato concepito quale sede di studi superiori e universitari.
Il riformismo dell’Imperatrice Maria Teresa D’Austria coinvolse anche quella che oggi chiameremmo l’offerta formativa dell’istituzione scolastica: nel 1760 rinominò lo Studio gesuitico in Regio Arciducale Ginnasio. Un piano di riforma scolastica che inaugura un processo di progressiva emancipazione dal precedente modello educativo elitario e dogmatico, ampliando anche le aree disciplinari alle esperienze scientifiche di fisica, chimica e storia naturale. Le indicazioni che l’Amministrazione Centrale dell’Istruzione emanò fanno specifico riferimento ad un miglioramento delle discipline scientifiche e all’uso di apparati sperimentali, che si raccomandava fossero il più possibile di fabbricazione locale in modo da incentivare l’artigianato del territorio.
La fortunata coincidenza che dalla sua nascita, nel 1760, il Regio Arciducale Ginnasio, pur nei suoi cambi di nome dovuti ai mutamenti politici e con diverse sistemazioni, tuttavia non si sia mai spostato dal Palazzo degli Studi, è sicuramente un fatto abbastanza singolare nel quadro generale delle scuole italiane.

Il Museo di Scienze Naturali del Liceo
Il Gabinetto di Storia Naturale del Liceo Virgilio attualmente è allestito in un’aula al piano ammezzato dell’edificio. Negli imponenti armadi in noce e nelle vetrine che arredano la stanza sono esposti reperti e modelli che riguardano tutti i campi di studio delle scienze naturali, dalla mineralogia alla botanica, dall’anatomia comparata alla zoologia: un patrimonio culturale e scientifico di diverse migliaia di pezzi, acquisiti nell’arco di oltre duecento anni.
Accanto ai materiali sono custoditi alcuni antichi inventari manoscritti. La data più antica ritrovata in tali manoscritti ci riporta al 1777 ed è vergata all’inizio della “Nota di produzioni naturali state ultimamente donate alla R. Accademia delle Scienze e Belle Lettere da sua eccellenza Don Gio. Bat. del S.R.I. conte d’Arco”.

Il museo di Fisica
Il primo inventario delle Macchine di Fisica Sperimentale risale al Febbraio del 1776 a firma del professor Nicola Bartoccini, perugino e dottore in medicina, che insegnò fisica sperimentale sino agli inizi dell’800. Quel primo inventario in realtà è più un elenco di materiali, non troppo organizzato, che non un vero e proprio inventario. Sono ancora identificabili una calamita artifiziale, con la sua armatura di legno dotata di un anello per mezzo del quale era possibile appenderla, e un pezzo di ferro con un foro al centro: un dispositivo atto a misurare la forza di attrazione della calamita appendendo al pezzo di ferro pesi via via crescenti sino ad arrivare allo stacco. Attualmente degli oltre duecento pezzi che fanno parte della Collezione ve ne sono circa una ventina databili alla fine del ‘700; tra questi spicca una macchina di Atwood- fatta per verificare sperimentalmente le leggi della dinamica– costruita a Londra da George Adams prima del 1796: attualmente risulta la più antica presente sul territorio nazionale e, probabilmente, appartenente al lotto delle prime dieci costruite al mondo. Molti altri sono del resto gli apparati di pregio e di rilevanza storica e tra questi annoveriamo una decina di dagherrotipi della metà dell’800, per visioni stereoscopiche, di misure assolutamente uniche.

La Specola
Nella torre che sovrasta il Liceo, conosciuta come la Specola, ha sede dal 1828 un osservatorio meteorologico, tutt’ora in funzione, la cui raccolta dati era affidata ai professori di Fisica del Liceo e ai vari tecnici di laboratorio sino al 1995. Da allora la raccolta dati venne affidata al consorzio Co.Di.Ma – Condifesa Mantova Cremona, ora riconosciuta dalla WMO (World Meteorological Organization) come sede di un osservatorio meteorologico centenario (in realtà bicentenario). Tutti i dati raccolti, con poche eccezioni, sono ancora conservati in registri manoscritti. Da sottolineare come questo faccia del Liceo Virgilio di Mantova l’unica scuola in Italia sede di un osservatorio climatologico.

La collezione di minerali
All’inizio dell’800 il Regno d’Italia decise che era il momento di dotare le scuole di collezioni didattiche di minerali per insegnare meglio ai ragazzi, è così che nel 1813 anche a Mantova arrivò dalla Sassonia un catalogo con tutta una serie di minerali e le loro descrizioni. Una collezione che è stata abbandonata per anni in uno scatolone come “cose vecchie” ma che grazie allo studio e alla ricerca di Stefania Accordi, dell’Associazione Alkémica è tornata alla luce. Dopo un lavoro di due anni e mezzo, ecco 410 pezzi catalogati e in mostra nella Sala degli Addottoramenti del Liceo Virgilio.  Tra loro l’ultimo opale che arrivava da una miniera italiana, ma anche i lapilli dei vulcani, e molte altre pietre e minerali che risalgono a quando ancora non esisteva la tavola degli elementi e la chimica era ancora alchimia.

 

 

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