BAGNOLO – Grazie alle indagini non invasive è stato possibile ricostruire la mappatura della città etrusca del Forcello, che si estendeva su 12 ettari, divisa in isolati disposti ortogonalmente. I risultati di queste indagini, svolti con appositi macchinari, sono stati presentati quest’oggi proprio al Parco Archeologico del Forcello, al termine della campagna di scavi svolta nell’area dal dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Mappature possibili grazie ad un georadar, che ha fornito prospezioni geomagnetiche: l’uso dell’apparecchiatura, nell’ambito della collaborazione con l’Istituto Archeologico Germanico di Berlino, ha permesso infatti di evidenziare anomalie che corrispondono a strutture sepolte sottoterra, e di “ricostruire” molto più velocemente, rispetto al passato, ampie aree. “In questo modo – ha detto la professoressa Marta Rapi, direttrice delle ricerche – abbiamo potuto realizzare la mappa dell’intero abitato, di cui potevamo avere un’idea soltanto circoscritta a quelle aree limitate che abbiamo indagato con scavi archeologici. Era già emersa un’organizzazione regolare dell’abitato, una progettazione per isolati con un orientamento regolare a moduli, analogamente ad altre città etrusche come Spina e Marzabotto. Grazie a queste nuove indagini, possibili grazie al georadar, abbiamo potuto ricostruire con buona approssimazione un’immagine di tutto l’abitato”.
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