“Ianua Coeli”, la colossale opera collettiva che colorerà il sagrato del Santuario di Grazie

GRAZIE (CURTATONE) – Tra i tanti aspetti peculiari che caratterizzano l’edizione 2025 della Fiera delle Grazie, i cui 600 anni di storia ricadono all’interno dell’anno giubilare, vi è una sorta di unicum (o quasi) che andrà ad arricchire l’esperienza dei visitatori. Si tratta di “Ianua Coeli”, l’enorme opera collettiva che vedrà impegnati, sotto l’egida del grande artista Kurt Wenner, dodici maestri madonnari che hanno vinto in passato il concorso e che quest’anno, invece, si dedicheranno alle varie parti della raffigurazione. Si tratta di Michela Bogoni, Mariano Bottoli, Mariangela Cappa, Ignacio Chavez, Liliana Confortini, Gabriele Ferrari, Ketty Grossi, Simona Lanfredi, Federico Pillan, Giovanni Rota, Tina Seiffert e Michela Vicini.

DUE PORTE GIUBILARI CHE SI SPECCHIANO L’UNA NELL’ALTRA

Il “Ianua Coeli” delle Grazie sarà un’opera gigantesca nelle dimensioni: 50 metri quadri la parte centrale, 90 metri quadri le ali laterali. Sarà situata sul sagrato, nella parte più vicina al Santuario, e si inserisce nel tema di quest’anno, la rappresentazione delle Madonne del mondo. “Le più lontane saranno quelle di Oceania, Asia e Americhe – spiegano Paola Artoni e Paolo Bertelli, storici dell’arte e ideatori dell’iniziativa – poi si arriverà all’Europa, fino al territorio mantovano e alle sue rappresentazioni mariane. Seguirà uno spazio vuoto e poi comincerà il progetto collettivo. “Ianua Coeli” è un appellativo della Madonna che si usa nelle litanie di Loreto, Maria come porta del cielo. Ma visto che questo è un anno giubilare, l’opera diventa essa stessa una porta giubilare simbolica, disposta in orizzontale, che va a specchiarsi con l’ingresso del Santuario che è invece una porta verticale, poiché durante la festività mariana il esso diventa sede giubilare”.

Kurt Wenner illustra la parte centrale dell’opera a Palazzo Te

L’OPERA E I RIFERIMENTI A GRAZIE E MANTOVA

L’opera si struttura in diverse parti, dando vita a una rappresentazione complessa e ricca di particolari e richiami ai luoghi e alla relativa storia. A ideare l’immagine centrale, che rappresenta la Madonna assunta circondata dagli angeli che le stanno portando in volo l’immagine dell’icona della Beata Vergine delle grazie, è stato Wenner. Nella parte inferiore sono presenti figure che rendono omaggio alla Madonna assunta: a sinistra la famiglia Gonzaga, rappresentata da San Luigi, Francesco II Gonzaga e sua moglie Isabella d’Este; a destra due Papi che hanno visitato il Santuario: Papa Pio II (nel 1459-1460) e Papa San Giovanni Paolo II nel 1991. Poi sorgono due ali laterali, realizzate in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico di Mantova e Guidizzolo, e che rappresentano la silhouette dell’impalcato ligneo presente nel Santuario. All’interno dell’impalcato si possono scorgere sulla sinistra il maestro madonnaro Straccetto e San Pio X, a destra San Giovanni Paolo II e San Bernardino da Siena, che qui predicò nel Quattrocento. I bozzetti sono realizzati sulla base delle tele che i madonnari hanno realizzato nel 2020, quando il concorso non si è svolto a causa della pandemia da Covid-19. Sulla sagoma dipinta dell’impalcato verranno stampati gli ex voto dei pellegrini realizzati tramite stampini intinti nel colore: l’opera diventa così interattiva, per la prima volta alle Grazie. Questa silhouette ha come sfondo il colore oro, simbolo del sacro. Questo colore viene realizzato appoggiando sull’asfalto delle coperte isotermiche come quelle che riscaldano i senzatetto rimasti al freddo: come a dire, anzi a ribadire, che gli ultimi saranno i primi.

UN UNICO PRECEDENTE 34 ANNI FA (MA NON PER LA FIERA)

Nel 1991, in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II al Santuario delle Grazie, venne realizzata – sempre su bozzetto originale di Kurt Wenner – una grande opera collettiva dedicata al tema del Giudizio Universale e ispirata a Michelangelo. “All’epoca, però – precisano Artoni e Bertelli – la visita avvenne nel mese di giugno e non era collegata alla Fiera delle Grazie”. Trentaquattro anni dopo, la nuova opera si ricollegherà a quella “primigenia”, non tanto nel tema, quanto nella presenza di Wenner a dirigere i lavori e dei madonnari a fornire ciascuno il proprio talento per giungere al risultato finale. I preparativi iniziano lunedì: la strada per arrivare al risultato finale sarà lunga, ma ne sarà valsa la pena.