Il dolore della storia, la forza della memoria: Trofimov porta l’Ucraina al Festival

MANTOVA – “Ho pensato di raccontare la storia dell’Ucraina attraverso la storia di mia nonna, Debora, il nome della protagonista del mio libro, perché la storia dell’Ucraina è purtroppo ancora sconosciuta a molti”. Così racconta lo scrittore ucraino Yaroslav Trofimov, ospite del Festivaletteratura 2025 con il suo romanzo “Non c’è posto per l’amore qui”.
E’ un incontro che lascia il segno, le sue parole sono emozionanti e incisive mentre racconta della sua terra natale, definendola ”immersa nel tritacarne della storia”. Il romanzo di Trofimov è una vera e propria epopea storica che mostra un ritratto tragico e impietoso dell’Ucraina sotto il dominio sovietico, nel ventennio più buio della nazione. Trofimov, capo corrispondente esteri del Wall Street Journal, famoso per i suoi reportage di guerra internazionali, arriva a Mantova direttamente dalla Cina ed ha comunicato così la sua prima sensazione: “Sono contento di respirare aria di libertà qui in Italia e a Mantova: apprezzo molto questo festival che permette di leggere e riflettere su tanti temi importanti e storici”. Ma per poter dialogare del conflitto in corso da febbraio del 2022 in Ucraina, afferma che è necessario conoscere il passato di questa terra: “Fuori dai confini la storia della mia terra natale non è molto conosciuta, in tanti la ignorano, anche se la distanza con l’Italia non è tanta: ad esempio Mantova è più vicina a Kiev che alla Sicilia”.
Con lucidità ed intensità ripercorre le vicende che costituiscono il tessuto del romanzo che inizia a Kharkiv nel 1930 e si conclude a Kiev nel 1953, attraversando i decenni più tragici, tutto l’arco temporale del dominio di Joseph Stalin. “Un periodo buio e sanguinoso” racconta l’autore, ricordando alcuni eventi tra i quali l’Holodomor, la “grande fame” che fece milioni di morti tra il 1932 e il 1933, causata dalle politiche sovietiche, le deportazioni e l’invasione della Germania nazista. Il romanzo è stato scritto prima del 2022 – racconta l’autore – pochi mesi dopo mi trovai a Kiev a vedere con i miei occhi il bombardamento che avevo descritto nel romanzo, immaginandolo”. Ma l’autore è fiducioso della forza e del coraggio della popolazione ucraina, uomini e donne che si portano dentro questa memoria storica e che spiega perché oggi resistono.
Un po’ di delusione affiora nel parlare dell’Europa: “Non sempre gli europei ci sono stati accanto, non tutti almeno, ho notato spesso indifferenza o disinteresse nei confronti dell’invasione russa n Ucraina, ma sono certo che continueranno a combattere con coraggio, la nostra società vuole vivere in paese democratico”. Il suo messaggio è chiaro, far capire davvero le ragioni della resistenza ucraina di oggi che arriva dalla forza del desiderio di non tornare ai fatti tragici che ne hanno segnato la storia. L’Ucraina ha un passato e vuole avere un futuro con la sua identità. L’amore, citato nel titolo del romanzo, è amore per la vita e per la possibilità di essere liberi.

Elisabetta Romano