MANTOVA – Il Forte di Lunetta-Frassino ri-apre le sue porte alla città. Un lungo lavoro di restauro e messa in sicurezza lo hanno riportato alla luce in tutto il suo splendore e oggi, alla presenza di tanti cittadini, ha aperto il cancello per mostrarsi come non aveva mai fatto.
“Diventerà un luogo di cultura – ha detto il sindaco, Mattia Palazzi – mi piacerebbe che già il 21 marzo, primo giorno di primavera ci fosse qualche mostra, vorrei diventasse un luogo per esposizioni ed eventi culturali. Sono molto contento, perchè questo è un recupero
straordinario di un manufatto che rappresenta la storia della nostra città. Era una struttura di difesa, che è rimasta in perfetto stato, ed ora viene restituito ai cittadini. Immagino già che questo possa diventare uno spazio all’aperto per eventi espositivi. Credo che se fermiamo per strada 10 mantovani e gli chiediamo del forte, non dico 10, ma 8-9 non sanno nemmeno che esiste ora tocca a noi riportarci la vita”.
“E’ un giorno importante perchè oggi restituiamo alla collettività un bene che era intercluso, perchè qui nessuno poteva entrare – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Martinelli – devo dire che è poco conosciuto perchè molti non sanno della sua esistenza. E’ un forte
che segue la storia dell’occupazione austriaca e si chiama lunetta proprio per la sua forma pentagonale. Il lavoro di recupero è stato notevole perchè era completamente ricoperto di terra e vegetazione sono state recuperate le murature, le pavimentazioni, illuminazione interna ed esterna e sono state messe le videocamere di sorveglianza”.
All’epoca della sua costruzione le fortificazioni erano tre: quella di Fossamana che è ancora in piedi, quella di San Giorgio e questa, il cui vero nome sarebbe Lunetta di Frassino. Nel 2006 con il Contratto di Quartiere era stato realizzato il parco esterno. Ora è stato recuperato anche il forte, costo dell’opera 1 milione di euro con fondi Pnrr.
Soddisfatti anche gli abitanti del quartiere, tra loro non poteva mancare Claudio Spaggiari, da sempre referente dei residenti “Io abito a Lunetta dal 1970, è un quartiere meraviglioso perchè c’è tanto verde. Il recupero del forte per noi è davvero molto importante e abbiamo sempre lavorato in questi anni affinchè potesse avvenire. La speranza è stata esaudita e sono davvero contentissimo. Era un simbolo di guerra e ora può diventare un simbolo di pace perchè al suo interno ci si potranno fare eventi e feste. E’ davvero una giornata importante”.
LA STORIA
Nel corso del XIX secolo Mantova divenne parte integrante di uno dei maggiori sistemi difensivi su scala territoriale dell’epoca moderna, il Quadrilatero, uno scacchiere predisposto per la difesa dei territori imperiali dell’Italia settentrionale che coniugava le potenzialità delle linee fluviali del Mincio e dell’Adige con quelle delle fortezze di Peschiera, Mantova, Verona e Legnago.
Tra il 1860 ed il 1866 gli ingegneri militari austriaci realizzarono opere esterne e Forti necessari per il potenziamento della piazzaforte, il cui definitivo assetto fortificatorio, già definito dai francesi di Napoleone all’inizio del secolo, era modellato secondo lo schema a opere staccate, nella specifica situazione mantovana, chiavi di un grandioso impianto
idraulico che conferiva alla città i connotati di un’imponente piazzaforte fluviale. In particolare tra il 1859 e il 1860, sul fronte orientale, già protetto dalla lunetta di San Giorgio, realizzata dai francesi dopo aver abbattuto l’omonimo borgo, furono realizzate le lunette Fossamana e Frassino, mentre a difesa del fronte occidentale, fuori Porta Pradella a meridione della lunetta di Belfiore, fu costruita la lunetta Pompilio.
La scelta dell’ubicazione specifica della lunetta unita all’orientamento delle sue fronti, trovava ragione nel proposito che essa potesse fiancheggiarsi con la già presente lunetta di San Giorgio incrementando così la componente attiva di difesa sul fronte est. L’approccio progettuale mirava ad una nuova configurazione in cui le tre lunette, quella di San Giorgio e quelle avanzate di Fossamana e di Frassino, dovevano poter formare un sistema. Le lunette Fossamana e Frassino, le uniche opere oggi conservate, progettate e in breve tempo realizzate come opere di fiancheggiamento dell’esistente lunetta di San Giorgio, sono opere staccate a impianto poligonale su base pentagonale, modellate e adattate alla morfologia del terreno secondo puntuali calcoli balistici, caratterizzate da caponiere semplici sugli angoli di spalla e da una caponiera sul fronte di gola rettilineo, in muratura.
IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE
L’intervento di riqualificazione della lunetta di Frassino e delle relative aree di pertinenza rientra fra i progetti finanziati dall’Unione Europea nell’ambito Next Generation EU – PNRR – Missione 5, Componente 2, Investimento 2.1 – Interventi di rigenerazione urbana su quartieri di edilizia popolare e collegamento con spazi verdi e policulturali della città.
L’area del forte presenta una superficie complessiva di circa 39.000 mq.
L’intervento si è concentrato su vari aspetti: Rimozione della vegetazione che aveva invaso il sito, impedendo l’accesso. Risanamento conservativo delle strutture murarie, ripristinando la stabilità compromessa dalle radici delle piante. Consolidamento delle sommità dei muri e rifacimento delle pavimentazioni. Ablazione dei graffiti vandalici attraverso tecniche delicate come la microsabbiatura. Interventi di protezione contro
l’umidità con malta di calce e un trattamento idrorepellente.
Oltre agli interventi conservativi, sono stati realizzati nuovi elementi strutturali e impiantistici, tra cui: Nuovi cancelli e portoni esterni. Pavimentazioni rinnovate per migliorare l’accessibilità e la fruizione dell’area. Impianto di illuminazione e videosorveglianza per aumentare la sicurezza. Un nuovo parapetto in acciaio Corten e una recinzione aggiornata verso il viale dei Caduti.
Il progetto che l’architetto Monica Nascig ha realizzato è stato seguito dal 2023 da Matteo Rossi, direttore dei lavori del Comune di Mantova e ha voluto coniugare la conservazione degli elementi murari e delle tracce d’uso e favorire la comprensione delle strutture fortificatorie, ricercata con la percorribilità di luoghi che la vegetazione infestante ed i crolli avevano reso inaccessibili.
I PERCORSI
Si è cercato inoltre di mantenere il valore paesaggistico che caratterizza attualmente il Forte, garantendo la possibilità di effettuare tre percorsi in sicurezza:
‐ all’esterno della cinta muraria e del fossato;
‐ all’interno della cinta muraria, entro la piazza d’armi;
‐ all’interno del ridotto, del cortile e della caponiera di gola.






















