MANTOVA – Proseguono le iniziative messe in campo dalla federazione di Mantova PSI, che, dopo presentazioni di libri, convegni e incontri, per discutere temi di attualità e riflettere insieme a esponenti della politica, della cultura della società, dello sport (da Bobo Craxi a Claudio Signorile a Michele Padovano), con l’obiettivo di ribadire l’impegno dei socialisti per valori e questioni che non solo non sono stati dimenticati, ma che rappresentano i fondamenti della nostra presenza e della nostra azione, dà il via ad una breve rassegna di film ospitata dal cinema Mignon (via Benzoni 22 Mn).
I diritti delle donne, l’immigrazione, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, il cibo, la storia della cucina saranno gli argomenti trattati.
“Rinnoviamo l’invito a tutti i cittadini e le cittadine a incontrarsi e a condividere momenti di intrattenimento, sempre con la volontà di conoscere, approfondire e scambiare opinioni e interessi – spiega Michele Chiodarelli, segretario provinciale del Psi – il cinema, con le sue storie, ha il potere di unire e di trasportarci in mondi lontani. Al centro di questi film, scelti in questo ciclo, c’è sempre l’essere umano e l’umanità a cui apparteniamo, verso cui desideriamo continuare a tendere. In un’epoca in cui, a livello locale e globale, il senso di appartenenza a una comunità di persone con gli stessi diritti inviolabili viene spesso messo in secondo piano, è fondamentale ritrovare e rafforzare questi legami”.
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO
Dopo il primo appuntamento del 31 marzo con con “Non dirmi che hai paura” della regista Yasemin Sandereli, la rassegna proseguirà lunedì 7 aprile 2025 alle ore 18,00 con “Il sale della terra” magnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado è un documentario monumentale, che traccia l’itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell’artista, “Il sale della terra” è un’esperienza estetica esemplare e potente, un’opera sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo.
CHI E’ SALGADO
Viaggiatore irriducibile, Sebastião Salgado ha esplorato ventisei paesi e concentrato il mondo in immagini bianche e nere di una semplicità sublime e una sobrietà brutale. Interrogato dallo sguardo fuori campo di Wenders e accompagnato sul campo dal figlio, l’artista si racconta attraverso i reportages che hanno omaggiato la bellezza del pianeta e gli orrori che hanno oltraggiato quella dell’uomo. Fotografo umanista della miseria e della tribolazione umana, Salgado ha raccontato l’avidità di milioni di ricercatori d’oro brasiliani sprofondati nella più grande miniera a cielo aperto del mondo, ha denunciato i genocidi africani, ha immortalato i pozzi di petrolio incendiati in Medio Oriente, ha testimoniato i mestieri e il mondo industriale dismesso.
Scatti radicali e icastici che penetrano le foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea, attraversano i ghiacciai dell’Antartide e i deserti dell’Africa, scalano le montagne dell’America, del Cile e della Siberia.
Un viaggio epico quello di Salgado che testimonia l’uomo e la natura, che non smette di percorrere il mondo e ci permette di approcciare fotograficamente le questioni del territorio, la maniera dell’uomo di creare o distruggere, le storie di sopraffazione scritte dall’economia, l’effetto delle nostre azioni sulla natura, intesa sempre come bene comune. E proprio sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente da parte delle imprese, sulla tutela della salute pubblica, sul valore dei diritti sociali si articolerà il dialogo iniziale con il presidente di TEA Massimiliano Ghizzi che introdurrà il film.