LUZZARA (REGGIO EMILIA) -Sotto la luce della luna piena e la Torre illuminata di blu, una grande folla di luzzaresi e spettatori provenienti dai vicini paesi del Basso Mantovano hanno assistito alla tradizionale rievocazione storica della Notte dei Gonzaga, nella città natale di Cesare Zavattini. E sono i giorni della Fiera di luglio.
Il corteo storico con sbandieratori e musici, damigelle e nobili si è snodato tra due ali di dal Palazzo della Macina, presso la chiesa parrocchiale di San Giorgio, sino a Piazza Iscaro, già Toti, dove sul palco si è presentata la corte di Rodolfo Gonzaga. Una tradizione consolidata questo appuntamento culturale promosso dal circolo Torre di Luzzara, presieduto da Fernando Rovani, che coinvolge un centinaio di artisti e volontari che interpretano le varie scene e figure storiche: dal marchese al cardinale, dalla maga alle damigelle, dal falconiere agli alabardieri. I costumi ben curati e i passaggi ben studiati, con le peripezie sceniche degli sbandieratori di Maestà della Battaglia di Quattro Castella, le trombe e i tamburi, l’incedere solenne delle figure nobili e delle cortigiane hanno dato un clima di magica atmosfera a tutta la serata, tra gli applausi e le centinaia di fotografie e video da cellulari dei tantissimi spettatori di ogni età e provenienza.
Particolare attrazione e attenzione ,per le giravolte in cielo degli sbandieratori e per gli spettacolari giochi di fuoco con geometrie di luci debordanti sullo sfondo del cielo notturno. Una grande festa di costume e di storia in atmosfera gonzaghesca che fa da ponte tra la terra mantovana e le prime terre reggiane, dove i rami della Famiglia Gonzaga vantavano rocche, titoli, possedimenti e relazioni. Quartier generale della manifestazione e dell’organizzazione lo storico Palazzo della Macina adesso oratorio, dove fu ospitato Francesco Petrarca che in una lettera ringrazia per l’accoglienza e l’abbondanza di libagioni offerte. “Palazzo che poi il Poeta -come ricorda il presidente del circolo culturale Torre Fernando Rovani- dovette abbandonare velocemente per l’abbondanza di insetti”. Anche questo è un pezzo di storia.