Le sindromi psico-caratteriali da coronavirus, Stefano Albertini cala i “Promessi Sposi” nei giorni della pandemia. Iniziamo con Don Abbondio

Le sindromi psico-caratteriali da coronavirus, Stefano Albertini cala i

MANTOVA – Nei giorni scorsi abbiamo parlato di come Bozzolo sia finita su “La Voce di New York” grazie a un articolo di Stefano Albertini, bozzolese doc anche se da molti anni vive dall’altra parte dell’Atlantico.
Albertini infatti dal 1994 insegna alla New York University e dal 1998 dirige la   istituzione culturale sempre collegata al prestigioso ateneo.
Albertini, che era rientrato a Bozzolo nelle scorse settimane per assistere la madre che si era infortunata, si è trovato da un giorno all’altro nel pieno dell’emergenza coronavirus.
E’ dunque rimasto a Bozzolo da dove coordina comunque i lavori della Casa Italiana Zerilli-Marimò e dove continua a scrivere per il giornale newyorkese.

Stefano Albertini

Proprio per La Voce di New York Albertini ha inventato quello che lui chiama “un divertissment da clausura” …. Con una macchina del tempo ha calato i personaggi de “I Promessi Sposi” nei giorni del Covid-19 creando le nuove sindromi psico-caratteriali da Coronavirus. Il risultato? Una lettura leggera e esilarante ma allo stesso tempo intelligente, ironica e arguta che ci aiuta a concederci un momento di relax in queste giornate davvero difficili …… ma anche a fare qualche riflessione su quello che siamo e sulle persone che ci stanno intorno.
Per gentile concessione de “La Voce di New York”, giornale diretto da Stefano Vaccara, e grazie a Stefano Albertini, ogni giorno per sette giorni pubblicheremo altrettante sindromi psico-caratteriali con i personaggi manzoniani che ci accompagneranno così per una settimana.
I testi sono accompagnati dalle immagini delle incisioni di Francesco Gonin che vedono la rielaborazione grafica di Francesco Maria Mussini. Quest’ultimo formatosi presso la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, Francesco ha maturato negli anni una solida esperienza nel ruolo di Graphic, Brand e Motion Designer, specializzandosi nell’ambito dell’Art Direction con uno stage presso Publicis Groupe. Si occupa degli aspetti grafici e creativi di MUST & Partners (Bruxelles)

Francesco Maria Mussini

Cominciamo con Don Abondio ma prima vi proponiamo proprio l’introduzione di Stefano Albertini che ci spiega perché è nato tutto questo ….

I personaggi dei Promessi Sposi danno il nome alle Sindromi da Coronavirus 

DI STEFANO ALBERTINI Oggi non parlerò di Coronavirus. Di questi tempi, anche le soubrettes dicono la loro sul virus, la sua genesi e le sue cure; quindi io mi asterrò. Vi parlerò invece di sindromi che secondo la definizione del Dizionario della Salute sono “complessi di sintomi che si presentano associati in modo da configurare un quadro [morboso] caratteristico”. Le sindromi che vi presenterò sono di tipo psicologico o caratteriale e le ho visto svilupparsi in maniera esponenziale in queste settimane. Le ho chiamate col nome dei personaggi dei Promessi Sposi perché è il più grande romanzo italiano e in esso riconosciamo noi stessi e tante delle persone che ci stanno vicino. Sono sicuro che anche voi diagnosticherete una o più di queste sindromi ai vostri parenti e amici. Se me ne sono dimenticata qualcuna, fatemelo sapere e verrà aggiunta al nostro manuale.

Avvertenza: il presente testo non ha alcun valore scientifico. Si tratta di un divertissment da clausura ed è il risultato di una collaborazione tra l’autore, una consulente letteraria, manzoniana sfegatata (Bianca Mussini), e un brillante grafico creativo (Francesco Maria Mussini).

Sindrome di Don Abbondio

don Abbondio. Incisione di Francesco Gonin. Rielaborazione grafica di Francesco Maria Mussini.

Il curato fifone è l’ecclesiastico che sta agli antipodi di fra Cristoforo. Il suo rifiuto di celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia, per paura di rappresaglie da parte di don Rodrigo, è l’inizio di tutte le disavventure della giovane coppia. La paura è la condizione esistenziale di don Abbondio: ha paura delle minacce dei bravi, ha paura dell’ira di Renzo, ha paura del rimprovero del Cardinale, ha paura del contagio della peste. Le sue paure si trasformano spesso in fobia, “pauraccia” la chiama Manzoni. La paura di per sé è una reazione normale e umana ad un pericolo imminente, ed è spesso indispensabile per far scattare l’istinto di sopravvivenza. Per fare un esempio di oggi, se la paura del contagio da coronavirus ci spinge a stare in casa, è saggia consigliera e va ascoltata. Ma la “pauraccia” (o fobia) di don Abbondio lo spinge a prendere decisioni egoistiche e irrazionali, che spesso comportano conseguenze disastrose per gli altri.

Gli effetti da sindrome di don Abbondio nell’attuale situazione di emergenza possono essere identificati tra gli accumulatori compulsivi (hoarders) che ritroviamo in fila nei supermercati coi carrelli straripanti di carta igienica e bottiglie d’acqua, due generi che non hanno nessun legame specifico con l’epidemia da coronavirus. Tutti ormai sanno, anche gli affetti da sindrome di don Abbondio, che dissenteria e diarrea sono sintomi del colera, ma non del Covid19, e tutti sappiamo che l’acqua delle città italiane è controllatissima, sicura, spesso buona da bere e può tranquillamente sostituire quella in bottiglia.

Le pauracce e le fobie ,però, a differenza della paura, causano comportamenti egoistici che danneggiano gli altri. Come il pavido rifiuto di don Abbondio di celebrare il matrimonio è la causa diretta di tutte le sventure dei fidanzati, l’accumulazione insensata di merce nei supermercati fa sì che gli altri ne restino completamente sprovvisti.

 

 

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