‘Memorabilia’, il docufilm sui negozi Morassutti che fecero sognare Mantova e l’Italia

MANTOVA – Chi non è più giovanissimo ricorderà certamente i punti vendita Morassutti a Mantova: depositi e negozi di ferramenta e casalinghi che, tra gli anni Cinquanta e Settanta, facevano parte di una rete capillare diffusa in tutta Italia. Marchio storico dell’imprenditoria italiana, la Paolo Morassutti fu una delle prime aziende a unire visione economica e attenzione per il benessere dei dipendenti, anticipando di decenni il concetto di “responsabilità sociale d’impresa”.
A trent’anni dalla sua scomparsa dal panorama industriale, quella storia torna oggi a rivivere sul grande schermo con il docufilm “Memorabilia – Una storia di famiglia”, scritto e diretto da Giovanni Enrico Morassutti, attore e regista, discendente della famiglia fondatrice. L’opera, appena ultimata nella fase di postproduzione, è pronta a debuttare nel circuito dei festival cinematografici nazionali e internazionali.

Il film ripercorre l’intera epopea dell’azienda – fondata nel Settecento e diventata, nel boom economico del secondo dopoguerra, una realtà con oltre 2.000 dipendenti e 40 punti vendita – fino alla drammatica crisi degli anni Settanta, che ne segnò la fine a causa delle pressioni finanziarie e criminali riconducibili al banchiere Michele Sindona.
Ma “Memorabilia” non è solo la cronaca di un’ascesa e di una caduta: è un viaggio nella memoria collettiva e industriale italiana, raccontato con sguardo umano e poetico. Attraverso filmati d’epoca, fotografie, audio su bobine e lettere familiari, Morassutti intreccia la storia della sua famiglia con quella di centinaia di lavoratori, ricostruendo un mosaico di valori, passioni e legami.

Fulcro del racconto è la Compagnia Stabile Paolo Morassutti, una realtà teatrale nata negli anni Sessanta all’interno dell’azienda, un unicum nel panorama industriale dell’epoca. I dipendenti, attori per passione, portavano in scena spettacoli in varie città – anche a Mantova – cementando un senso di appartenenza e di comunità che andava ben oltre il posto di lavoro.
“Scoprire questa storia straordinaria – racconta il regista – mi ha fatto rivalutare l’etica dei miei antenati. Non pensavano solo al profitto, ma credevano nella cultura, nell’arte, nella generosità. Hanno sostenuto il sogno dei loro dipendenti di diventare attori: un’impresa virtuosa e a misura d’uomo che oggi rappresenta per me un grande motivo d’orgoglio”. Anche dopo la chiusura dell’azienda, quella compagnia non si è mai spenta: oggi sopravvive con il nome “Arlecchino Morassutti”, continuando a tenere vivo quel legame fra impresa e cultura. La collaborazione con il Morassutti Group attuale testimonia come la lezione di allora – il valore del lavoro come comunità – resti ancora un punto di riferimento.

Nel suo intreccio tra memoria industriale, teatro e affetti familiari, “Memorabilia” diventa così un racconto sull’Italia che fu: quella del capitalismo etico, delle aziende che costruivano case, biblioteche e palcoscenici per i propri dipendenti, e che credevano nella forza culturale del lavoro. “Il messaggio centrale – conclude Morassutti – è una riflessione sulla distruzione del patrimonio umano e sociale causata dall’avidità finanziaria, ma anche un invito a riscoprire modelli di impresa basati su etica, solidarietà e rispetto. I ricordi non sono nostalgia: sono strumenti per capire il presente e ispirare le nuove generazioni.”
“Memorabilia – Una storia di famiglia” diventa così un omaggio a un’Italia che ha saputo costruire prosperità senza rinunciare all’umanità, e un invito a non dimenticare le storie di chi, come la famiglia Morassutti, ha creduto che il lavoro potesse essere anche un gesto di fiducia verso la vita e verso gli altri.