Monumenti e viali della Rimembranza: nel libro di Livia Calciolari la memoria pubblica della Grande Guerra nel mantovano

Monumenti e viali della Rimembranza: nel libro di Livia Calciolari la memoria pubblica della Grande Guerra nel mantovano

MANTOVA – È la prima ricerca documentata sulla memoria pubblica dedicata ai caduti della Grande guerra nella provincia mantovana. Sono riferite le inaugurazioni di 175 monumenti e lapidi e 80 tra parchi e viali della Rimembranza.
E’ l’ultimo libro della storica Livia Calciolari “Al Milite Ignoto. Monumenti parchi e viali della Rimembranza nella provincia di Mantova” presentato oggi pomeriggio a Palazzo Soardi durante un incontro in cui sono intervenuti anche il presidente del Consiglio comunale di Mantova Massimo Allegretti, il generale di corpo d’armata (aus) e presidente dell’Associazione nazionale paracadutisti Marco Bertolini, il soprintendente Gabriele Barucca e il direttore scientifico dell’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea Carlo Saletti.

Dopo l’analisi del contesto nazionale e provinciale mantovano, l’autrice si addentra nel vissuto quotidiano del mito dei caduti nel comune di Roncoferraro. Non una scelta casuale, ma in virtù di una significativa concentrazione di memoriali: otto delle nove frazioni realizzarono infatti, con sacrifici, ciascuna un monumento e un parco o viale della Rimembranza. “Si trattava non solo di onorare i caduti, ma anche di trarre consolazione dall’esercizio concreto della memoria e sostegno nell’elaborazione del lutto. Gli esiti della ricerca archivistica hanno permesso di ricostruire le dolorose comunicazioni delle perdite alle famiglie, segnate dalle tristi condizioni di orfani e vedove” spiega Livia Calciolari che continua sottolineando come “nella ricerca sulla memoria pubblica della Grande guerra tuttora persistente sul territorio, oltre ai monumenti e alle lapidi dedicate, ci si imbatta in un altro elemento che lascia attualmente non molte tracce nella toponomastica. Si tratta dei parchi e viali della Rimembranza. Basti pensare all’omonimo viale di Mantova che ha mantenuto tale denominazione. È documentato che furono istituiti e realizzati parchi o viali in ogni comune, frazione o borgata. Li istituì nel dicembre 1922 il sottosegretario alla pubblica istruzione Dario Lupi, mutuando il progetto da quello analogo di Montreal e affidandone la realizzazione alle scolaresche d’Italia. Il perno del sistema furono i Provveditorati agli studi, che diramarono le disposizioni ai direttori didattici. Generalmente essi sorsero, ma non solo, nei pressi degli edifici scolastici e a coronamento dei monumenti. Allo scopo nacquero comitati esecutivi, affiancati dalle amministrazioni comunali. Erano gli alunni a piantare gli alberi, a garantirne la cura e la guardia d’onore nelle solennità stabilite.La scelta delle essenze doveva essere adeguata alle caratteristiche climatiche e geografiche delle varie regioni italiane. Nel mantovano prevalse il tiglio”

Con la ricerca pubblicata dalla ricercatrice storica mantovana sono documentati 80 impianti storici, di cui oggi rimane qualche raro albero votivo originario, come nel viale di Governolo e nell’ex parco delle scuole elementari di Barbassolo. “Attualmente quei parchi e viali sono riconoscibili nel territorio mantovano, come altrove in Italia, solamente se hanno conservato la denominazione originaria. Diversamente, il trascorrere del tempo e l’abolizione nel secondo dopoguerra della legge del 1925 che ne imponeva l’obbligatorietà hanno fatto perdere loro, oltre alla memoria stessa, il valore monumentale e il significato paesaggistico. Le conseguenze in generale: oblio, spesso degrado, trasformazioni fino allo snaturamento se non addirittura all’annullamento. L’Istituto Centrale della Catalogazione e Documentazione del Miur sta opportunamente procedendo a replicare quanto già fatto per monumenti e lapidi commemorative della Grande Guerra: censimento, catalogazione, valorizzazione con particolare riguardo alla loro tutela, conformemente a quanto prevede la legge 78/2001 che ne riconosce il valore storico culturale” spiega Livia Calciolari